dalla pagina http://www.zappingrivista.it/primo/stampa.php?nn=525
Un articolo di Howard Zinn di alcuni anni fa...
... ma sempre attuale
... è importante considerare il perché l’amministrazione Usa
abbia ingannato con tanta facilità così tante persone ...
Credo esistano due ragioni, radicate
nella cultura nazionale statunitense: da una parte, l’assenza di una
prospettiva storica, dall’altra l’incapacità di pensare oltre i confini
del proprio nazionalismo.
Se non conosciamo la storia, diventiamo
carne fresca per i politici carnivori e per gli intellettuali e i
giornalisti che forniscono i trincianti. Ma se abbiamo una minima idea
di ciò che è successo in passato, se sappiamo quante volte i nostri
presidenti ci hanno mentito, difficilmente verremo ingannati di nuovo.
Il
presidente Polk mentì agli Stati Uniti in merito alle motivazioni della
guerra dichiarata al Messico nel 1846. La ragione non fu che il Messico
"ha sparso sangue americano su suolo americano";
piuttosto che Polk, e l’aristocrazia proprietaria degli schiavi,
desideravano ardentemente impossessarsi di metà del territorio
messicano.
Il presidente McKinley mentì nel 1898 sulla ragione
dell’invasione di Cuba, dichiarando che lo scopo era di liberare i
cubani dal controllo spagnolo. La verità è che egli voleva realmente che
la Spagna se ne andasse da Cuba, ma solo con l’obiettivo di rendere
l’isola accessibile alla 'United Fruit Company' (Ufco) e ad altre
multinazionali Usa. McKinley ingannò anche sulle ragioni
dell’occupazione statunitense delle Filippine, affermando che lo scopo
era semplicemente quello di "civilizzare" i filippini, mentre invece la
ragione reale era entrare in possesso di una fetta importante di beni
immobiliari nel lontano Pacifico – anche a costo di uccidere centinaia
di migliaia di filippini per raggiungere tale obiettivo.
Il
presidente Wilson ha mentito sulle ragioni dell’entrata in guerra degli
Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale, dichiarando che
bisognava entrare a far parte di un conflitto il cui scopo era di
"rendere il mondo sicuro per la democrazia", quando invece si trattava
veramente di una guerra per spianare la strada all’ascesa del potere
americano [USA] nel mondo.
Il presidente Truman ha mentito nel dichiarare che la bomba atomica fu lanciata su Hiroshima in quanto "bersaglio militare".
E
tutti quanti hanno mentito riguardo la guerra del Vietnam: il
presidente Kennedy sulla misura del proprio coinvolgimento, il
presidente Johnson sull’incidente del Golfo del Tonchino e il
presidente Nixon sul bombardamento segreto della Cambogia. Tutti quanti
hanno dichiarato che lo scopo della guerra era quello di liberare il
Vietnam del sud dal comunismo; volevano, invece, mantenere il paese come
avamposto americano [USA] al confine del continente asiatico.
Il
presidente Reagan ha mentito in merito all’invasione di Grenada,
dichiarando falsamente che rappresentava una minaccia per gli Stati
Uniti.
Bush Sr. ha mentito sull’invasione di
Panama, che causò la morte di migliaia di cittadini in quel paese. E ha
mentito di nuovo sul motivo dell’attacco all’Iraq nel 1991 –
difficilmente per difendere l’integrità del Kuwait, piuttosto per
affermare il potere statunitense in Medioriente, paese ricco di
petrolio.
C’è persino una bugia ancora più grave: l’idea arrogante
che l’America [USA] sia il centro dell’universo, e che sia un paese
straordinariamente onesto, encomiabile e superiore.
Se il punto di
partenza per analizzare il mondo che ci circonda è la ferma convinzione
che l’America [USA] sia in qualche misura provvidenzialmente dotata di qualità
che la rendono moralmente superiore a qualsiasi altra nazione sulla
Terra, è improbabile verranno messe in dubbio le intenzioni del
presidente quando afferma che l’America [USA] sta inviando le proprie truppe
qui o là, o sta bombardando questo o quello, con lo scopo di diffondere i
propri valori – democrazia, libertà e, non dimentichiamolo, libera
iniziativa – in qualche posto del mondo (letteralmente) abbandonato da Dio.
Tuttavia, è necessario affrontare alcune realtà che guastano l’idea dell’America [USA] come nazione puramente virtuosa.
Dobbiamo
considerare il lungo passato statunitense di pulizia etnica, durante il
quale i governi Usa hanno costretto milioni di indiani ad allontanarsi
dalle proprie terre attraverso massacri ed evacuazioni forzate. Dobbiamo
affrontare il lungo trascorso, ancora percettibile, di schiavitù,
segregazione e razzismo. E dobbiamo affrontare il ricordo di Hiroshima e
Nagasaki.
Non è certo un passato di cui andare fieri.
I leader
americani [USA] l’hanno dato per scontato, e hanno radicato nelle menti di
molte persone la convinzione che l’America [USA] abbia il diritto, per via
della propria supposta superiorità morale, di dominare il mondo. Sia il
partito repubblicano sia quello democratico hanno abbracciato questa
tesi.
Ma su cosa si basa l’idea della superiorità morale americana [USA]?
Se gli americani [USA] valutassero se stessi in
maniera più onesta in quanto nazione, sarebbero preparati alla prossima
raffica di menzogne che accompagnerà la prossima proposta di imporre il
potere Usa su qualche altra parte del mondo.
Ciò potrebbe anche
stimolare a scrivere una storia diversa per gli americani [USA], strappando il
paese ai bugiardi che lo governano e rigettando l’arroganza
nazionalista, in modo da potersi unire a tutto il mondo nella causa
comune della pace e della giustizia.
Howard
Zinn prestò servizio come bombardiere nell’Air Force durante la Seconda
Guerra Mondiale; è autore di 'Storia del popolo americano. Dal 1942 ad
oggi'. È co-autore, con Anthony Arnove, di 'Voices of a People's History
of the United States' (Seven Stories Press, 2004).