lunedì 16 aprile 2018

Siria: Usate armi chimiche?

dalla pagina https://www.rt.com/news/424228-syria-strike-civilian-research-facility/

Nessun rilascio di gas velenosi dalle rovine del sito di ricerca siriano bombardato dagli "alleati", né dagli altri siti colpiti dalle bombe "alleate" ... quelle che non sono state abbattute dalla difesa aerea siriana.

-------

dalla pagina http://www.forumcontrolaguerra.org/2018/04/14/siria-usate-armi-chimiche/

Di: Alessandro MarescottiPeaceLink, 14.04.2018
Scusate, ma se veramente colpissero le armi chimiche nascoste di Assad che cosa succederebbe? Questa è la domanda da cui parto per questo intervento https://www.peacelink.it/conflitti/a/45279.html
A chi fosse interessato segnalo un sito militare specializzato, Analisi Difesa, che sulle armi chimiche scrive ciò che altrove non leggo: http://www.analisidifesa.it/2018/04/siria-le-fake-news-sulle-armi-chimiche-per-creare-il-casus-belli/
Dato che è un sito letto solo da esperti, quel sito non ha problemi a dire la verità e non ha interesse a dare propaganda agli esperti. E dice che le armi chimiche si usano per provocare effetti devastanti su larga scala, per provocare migliaia di morti. Un loro uno “limitato” militarmente non ha senso.
Quando le armi chimiche si usano veramente (e Saddam le ha usate con la complicità degli Usa e dell’Occidente) gli effetti sono su larga scala. La città curda di Halabja (il 16 marzo 1988) venne attaccata con armi chimiche e le vittime in poche ore furono 5 mila vittime. Le armi chimiche non fanno più male di quelle convenzionali: essere spappolato un un’esplosione non è più piacevole. La riprovazione nasce dal fatto che sono armi di distruzione di massa e quindi sono indiscriminate, violando il principio di tutela dei civili in guerra, previsto dalle Convenzioni di Ginevra.
Credo che dobbiamo cercare – noi per primi – a fare quell’azione di ricerca della verità che si è smarrita, a tutto vantaggio della propaganda.
Io spero davvero che l’attacco di stanotte abbia colpito solo obiettivi propagandistici, perché se avesse davvero colpito i depositi chimici allora sarebbe stata la catastrofe.
Il fatto che i sistemi antimissilistici russi siano rimasti spenti dimostra che si erano messi d’accordo.
——–
Di: Alessandro MarescottiPeaceLink, 15.04.2018
La bufala del raid missilistico per distruggere i “laboratori di produzione di armi chimiche” e i “depositi di armi non convenzionali”

War for dummies

Un esperto di cose militari ha chiarito: “”Gli americani non avrebbero mai colpito se ci fosse stato il rischio di provocare un disastro ambientale e una catastrofe umanitaria di cui poi sarebbero stati considerati responsabili dall’opinione pubblica interna e internazionale”. Ma milioni di Homer Simpson hanno creduto nel raid dal cielo che distruggeva veramente le armi chimiche. Il danno prodotto dalla propaganda di guerra nell’opinione pubblica è incalcolabile. I cittadini sono stati considerati manipolabili a piacimento con missioni di guerra i cui effetti, se raggiunti, avrebbero provocato lo sterminio della popolazione che i raid si proponevano di proteggere.
Articolo intero su https://www.peacelink.it/mediawatch/a/45285.html

domenica 15 aprile 2018

Siria, Damasco 14/04/2018 - Testimonianza di padre Bahjat Elia Karakach


 -------

I cristiani siriani: «Vogliono distruggerci, le armi chimiche un pretesto per fare la guerra» 

14/04/2018  L’incubo è che si ripeta quanto successo con l’Iraq di Saddam Hussein nel 2003, attaccato con l’accusa di avere armi che non furono mai trovate. Il vescovo caldeo di Aleppo Antoine Audo critica Trump: «Usa l'argomento degli attacchi chimici solo per continuare la guerra, alimentare il commercio di armi e compiacere l'Arabia Saudita». E il vicario apostolico dei latini Georges Abou Khazen: «Hanno gettato la maschera»

«Siamo stati svegliati alle 4 di notte dal sibilo dei missili e abbiamo capito che gli attacchi erano in corso. Si sono udite delle esplosioni nei dintorni di Damasco. Qui al centro per ora tutto è tranquillo ma la gente è preoccupata per il futuro. La popolazione vuole vivere in pace e non sotto l’incubo delle bombe». Al Sir, l’agenzia della Cei, le parole di padre Bahjat Elia Karakach, francescano della Custodia di Terra Santa, superiore del convento dedicato alla conversione di san Paolo, la parrocchia principale di rito latino della Capitale, a Damasco, racconta l’attacco congiunto di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia sferrato nella notte contro tre obiettivi a Damasco e Homs. Si tratterebbero di un centro di ricerca nella capitale siriana, di un impianto di stoccaggio di armi chimiche e di una struttura contenente armi chimiche ed equipaggiamenti, entrambi a ovest di Homs. La risposta militare di Trump al presunto utilizzo di armi chimiche contro la città siriana di Douma, che gli Usa hanno da subito attribuito al regime di Bashar al Assad, non si è fatta attendere oltre. «Sapevamo che esisteva l’intenzione di bombardare da parte degli Usa dopo il presunto attacco chimico alla Ghouta orientale ma la speranza era riposta in un’indagine oggettiva sull’uso di armi chimiche e che per questo non ci sarebbero stati lanci di missili», dichiara il frate che spera che «non si ripeta quanto già avvenuto in Iraq che fu invaso nel 2003 (da una coalizione formata per la maggior parte da Stati Uniti e Regno Unito, e con contingenti minori di altri Stati, ndr) perché il regime di Saddam Hussein era stato accusato di possedere armi di distruzione di massa. Armi che non furono mai trovate. La volontà è distruggere la Siria. Il progetto va avanti con queste bombe. Non ci resta che pregare per la pace ora più che mai».

All’agenzia DIRE monsignor Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo e presidente di Caritas Siria, accusa Donald Trump: «Usano l'argomento degli attacchi chimici solo per continuare la guerra, alimentare il commercio di armi e compiacere l'Arabia Saudita», ha detto. «Vogliono dimostrare il loro potere ma come vescovi e come cristiani diciamo che alla storia delle armi chimiche non crediamo», ha aggiunto il Vescovo dopo i raid contro obiettivi governativi a Damasco e Homs. «Questo è solo un argomento per alimentare la guerra in Siria e il commercio delle armi, sfruttando la lotta tra sunniti e sciiti e compiacendo l'Arabia Saudita e le altre potenze del Golfo».


-------


Il Vicario apostolico di Aleppo: «Con questi missili hanno gettato la maschera»


monsignor Georges Abou Khazen
Molto critico sui raid di Usa, Francia e Gran Bretagna anche il Vicario apostolico di Aleppo dei Latini, monsignor Georges Abou Khazen, che al Sir ha detto: «Con questi missili hanno gettato la maschera. Prima era una guerra per procura. Ora a combattere sono gli attori principali. Sono sette anni, è iniziato l’ottavo, che si combatte sul suolo siriano e ora che gli attori minori sono stati sconfitti, in campo sono scesi i veri protagonisti del conflitto».

Le bombe della scorsa notte sono state sganciare come reazione ai presunti attacchi chimici nel Ghouta: «Aspettiamo gli esperti per indagare sul presunto attacco chimico a Douma ma dopo questi raid sarà tutto più difficile», dice Khazen. «Ogni appello alla pace cade nel vuoto, solo papa Francesco continua a sperare nella pace e noi con lui. Intanto cresce la sofferenza della popolazione che chiede pace e in cambio ottiene bombe e missili. Qui la gente si aspettava qualcosa di simile e purtroppo è avvenuto». L’auspicio di mons. Abou Khazen è che «questi attacchi non si allarghino anche in altri luoghi della regione perché sarebbe davvero pericoloso e tutto potrebbe sfuggire di mano. Serve una soluzione condivisa da raggiungere senza menzogne. Non abbiamo altre armi che la preghiera. Oggi», conclude il francescano, «il Vangelo ci propone il racconto degli Apostoli sulla barca in mezzo alla tempesta, di notte, salvati da Gesù che, apparso loro, diceva: “Sono io, non abbiate paura!”. Questa sia la nostra speranza e la nostra forza». Proprio nei giorni scorsi era stata annunciata dal vicario l’organizzazione di una «Giornata di preghiera nazionale per la pace».

venerdì 13 aprile 2018

Siria, il vescovo di Aleppo: "Armi chimiche un pretesto come in Iraq"

dalle pagine 


BEIRUT - "Sia fatta luce su tutto ed emerga la verità non come hanno fatto con l'Iraq in cui hanno distrutto il Paese dicendo che c'erano le armi chimiche.

Così come hanno fatto con l' Iraq lo stanno facendo ora con la Siria. La gente lo ha capito, non è stupida": lo ha dichiarato il vescovo caldeo di Aleppo e presidente della Caritas siriana, Antoine Audo, in un'intervista al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, manifestando forti dubbi sul fatto che il governo di Damasco abbia usato armi chimiche a Douma, nella Ghouta orientale. "Come è possibile che Assad - ha aggiunto Audo - abbia usato armi chimiche per difendersi? Non è logico".

-------

Cosa pensano i cristiani siriani?

La propaganda dei mass media sulla Siria (e non solo)

Articoli Correlati

 

 

martedì 10 aprile 2018

11 settembre 2001: i grattacieli NON cadono così

Oltre 600000 persone hanno visto l'articolo riassuntivo di AE911Truth.org [Architetti e Ingegneri per la Verità sull'11 Settembre] dal titolo "15 anni dopo: sulla fisica dei crolli dei grattacieli" pubblicato su EuroPhysics che descrive l'insostenibilità della versione ufficiale relativa ai crolli delle Torri Gemelle (WTC 1 e 2) e dell'Editificio 7 (WTC 7) l'11 settembre 2001.

E’ importante ricordare che il fuoco non ha mai causato il crollo totale di edifici con struttura in acciaio, né prima né dopo l’11 settembre. Avremmo allora assistito ad uno stesso evento senza precedenti per ben tre volte l’11 settembre 2001? Le relazioni del NIST [Istituto Nazionale per gli Standard e la Tecnologia negli USA], che hanno tentato di sostenere quella improbabile conclusione, non riescono a persuadere un numero crescente di architetti, ingegneri e scienzati. Piuttosto, l’evidenza punta in modo preponderante alla conclusione che tutti e tre gli edifici siano stati distrutti da demolizioni controllate. Date le implicazioni di ampia portata, è eticamente imperativo che tale ipotesi diventi oggetto di una indagine veramente scientifica e imparziale da parte di autorità responsabili.

--------------------------------
dalle pagine:
Numerosi studi sui dati sismici dell'11 settembre 2001 a New York confermano l'evidenza di esplosioni sia prima che durante il crollo di tutte e tre le torri del WTC, nonché di esplosioni anche prima degli impatti di velivoli contro le Torri Gemelle, in accordo con quanto dichiarato da vari testimoni (fra cui vigili del fuoco) e dimostrato da video...

--------------------------------

Architetti e Ingegneri per la
Verità sull’ 11 settembre
AE911truth.org - verità sull' 11 settembre
AE911Truth.org
2975 Ingegneri e Architetti affermano e 22133 cittadini di vari Paesi concordano che il crollo delle Torri Gemelle (WTC-1 e 2) dell’Edificio 7 (WTC-7) del World Trade Center fu il risultato di demolizioni controllate
   
L’ 11 settembre 2001 per la prima (e ad oggi ultima) volta nella storia dell’ingegneria civile, non 1, non 2 ma ben 3 grattacieli con strutture in acciaio e cemento sarebbero crollati – in modo simmetrico cioé su se stessi,  e praticamente in caduta libera – a seguito dell’impatto di un aereo di linea e conseguente incendio (Torri Gemelle) e, rispettivamente, per un incendio alimentato da attrezzatura e materiali da ufficio (nel caso dell’Edificio 7, WTC-7, di 47 piani) …
La demolizione controllata, che presuppone una lunga e accurata progettazione e l’impiego di potenti esplosivi, rimane l’unica ipotesi logica e plausibile e l’unico modello in grado di spiegare gli eventi dell’11 settembre al World Trade Center, mentre i modelli proposti dalle indagini ufficiali sull’ 11 settembre NON corrispondono alla realtà di come sono avvenuti i crolli:

  • i modelli “ufficiali” proposti [“Pancake collapse” e “Pile driver collapse”] sono di fatto  sbagliati
  • l’unico modello che fino ad ora corrisponde alla realtà dei crolli dei 3 edifici è quello di demolizione controllata, che richiede progettazione e cariche esplosive, come l’organizzazione Architetti e Ingegneri per la Verità sull’11 Settembre AE911Truth.org da anni afferma.

Un semplice ed efficace video è disponibile per illustrare le implicazioni dei vari modelli e la loro corrispondenza o meno ai dati reali: 9/11 Experiments: The Force Behind the Motion.

Il fisico David Chandler ha dimostrato (video) che l’Edificio 7 (WTC-7) è crollato in perfetta caduta libera per circa 2,5 sec (su un totale di 6,5 sec, contro i teorici 6,2 sec di una completa caduta libera); un edificio può crollare in caduta libera o quasi solo nel caso di demolizioni controllate, in cui cariche esplosive eliminano la resistenza offerta dalla struttura stessa dell’edificio (muri, architravi, colonne, …).

"Ri-Pensa l’11 settembre 
 L’evidenza potrebbe sorprenderti"
 
ReThink911.orgReThink911è la campagna internazionale promossa dagli Architetti e Ingegneri USA di ae911truth.org   

La petizione “ReThink911” proposta da AE911Truth.org per chiedere la costituzione di una commissione di inchiesta, autorevole e indipendente, per indagare sugli eventi dell’ 11 settembre 2001, è stata sottoscritta da 23433 persone.


Lo sapevi che una terza torre 
è caduta l’11 settembre 2001?

11 settembre: la terza torre WTC-7
Si tratta dell’Edificio 7 del World Trade Center crollato alle 5,20 del pomeriggio di quell’11 settembre … eppure non è stato colpito da un aereo, l’incendio che si era sviluppato non era sufficiente a farla crollare, è crollato su se stesso in 6,5 secondi, in caduta libera nei primi secondi, ricercatori indipendenti hanno trovato tracce evidenti di esplosivi molto potenti e ad elevata tecnologia, in uso solo in alcuni laboratori militari…

Ma chi non cerca non può trovare… L’indagine ufficiale ha inizialmente ignorato completamente l’Edificio 7. Successivamente i ricercatori ufficiali hanno proposto dei modelli che però non corripondono al modo in cui gli edifici sono crollati e non hanno investigato l’eventuale uso di materiale esplosivo: non cercandolo non l’hanno trovato!

Anche i mezzi di comunicazione di massa ufficiali (mainstream mass media) hanno volutamente ignorato e superficialmente denigrato anche i tentativi onesti e razionali di ricerca della verità su quanto avvenuto a New York l’ 11 settembre 2001, come ad esempio il New York Times…


Quindi, secondo il NY Times, 2 aerei avrebbero fatto crollare 3 edifici: le Torri Gemelle la mattina e l’Edificio 7 nel pomeriggio…

dalla pagina http://www.ae911truth.org/news/376-news-media-events-how-911-continues-to-kill.html

How 9/11 Continues to Kill

 

Le polveri dalle Torri del World Trade Center implose causano ancora cancro e altre malattie dopo anni


Articolo di Craig McKee
 
Le menzogne possono uccidere. E poche menzogne hanno ucciso più di quelle mascherate da "verità" su ciò che avvenne l'11 settembre 2001.
Oggi, oltre 15 anni dopo il 9/11, esporre quelle menzogne è importante e necessario come sempre. La falsa narrazione ufficiale su ciò che causò il crollo degli edifici del WTC non solo continua a reclamare vittime nella "guerra al terrore" globale, ma le false dichiarazioni sulla qualità dell'aria a Ground Zero l'11 settembre e nelle settimane e mesi che seguirono stanno ancora uccidendo centinaia di persone e ancora facendo ammalare gravemente migliaia di altre.

Il numero di primi soccorritori, di chi ha lavorato per rimuovere le macerie e di residenti della parte sud di Manhattan che hanno subito e subiscono conseguenze non sta diminuendo ma aumentando bruscamente. Anche quelli esposti alla polvere tossica e all'aria contaminata a Ground Zero che non si sono ancora ammalati,  non hanno modo di sapere se quel giorno arriverà prima o poi...
articolo completo in inglese


Se hai ancora dubbi e vuoi più informazioni...
guarda:

  • video di 30 sec sul crollo di WTC-7 da vari punti di vista 
  • video del crollo del WTC-7 confrontato con [altre] demolizioni controllate
  • l’intervista a Richard Gage, fondatore di AE911Truth.org, su C-Span, il canale pubblico della politica USA: guarda il video [doppiato in italiano]
  • i video di Massimo Mazzucco (luogocomune.net/site): 11 Settembre – La nuova Pearl Harbor (l’opera più esaustiva sull’11 settembre!!!) e Il Nuovo Secolo Americano per capire come è nata l’operazione false flag 9/11 (false flag = un attacco attribuito ad altri, nel caso specifico a Osama Bin Laden da un rifugio in Afghanistan…)
  • il film di Giulietto Chiesa, Zero
  • Behind The Smoke Curtain: What Happened at the Pentagon on 9/11, and What Didn’t, and Why it Matters di Barbara Honegger ha ampiamente dimostrato [video in italiano] che quello al Pentagono fu un inside job = auto-attentato e una operazione false flag
  • altri video nella nostra lista video http://presenzalongare.blogspot.it/p/video.html

leggi: 

lunedì 9 aprile 2018

Cosa pensano i cristiani siriani?

dalla pagina http://oraprosiria.blogspot.it/2018/04/cosa-pensano-i-cristiani-siriani.html

 
di James Perloff , 31 marzo 2018
"H" (iniziale dell'intervistata) è nata a Damasco e immigrata legalmente negli Stati Uniti dalla Siria più di 20 anni fa, molto prima che iniziasse la guerra. È diventata cittadina degli Stati Uniti ed ha conseguito un dottorato in un'università americana. Parla perfettamente inglese e arabo. Di recente è tornata da un viaggio in Siria, dove ha molti familiari e amici che la tengono informata della situazione. È anche una dei cristiani più gentili e devoti che abbia mai incontrato. Sto mantenendo il nome di H riservato, poiché non voglio con questa intervista mettere a repentaglio la sicurezza della sua famiglia in Siria, o lo stato del suo lavoro professionale negli Stati Uniti.
Inizialmente avevo previsto che la nostra discussione sarebbe stata divisa in due parti; per prima cosa le ho voluto dare un breve quadro sui retroscena della politica americana. Quando ci siamo seduti, ho detto a H che sono giornalista dal 1985. Ho iniziato a spiegare che l'America è gestita da un'oligarchia che si nasconde dietro una facciata di democrazia bipartitica, che i candidati presidenziali sono stati a lungo preselezionati, che gli americani sono stati ripetutamente ingannati riguardo alle guerre passate e presenti e che la nostra stampa è controllata dallo stesso establishment che controlla i politici.  H stava sorridendo e ho potuto rapidamente capire che nulla di ciò che dicevo fosse una novità per lei. E così è stato appurato che il famoso commentatore "Syrian Girl" (i cui account Facebook e YouTube sono stati censurati) ha detto il vero: i siriani sono ben informati sul Nuovo Ordine Mondiale. In effetti, i siriani conoscono meglio le realtà della geopolitica americana di quanto non la conosca la maggior parte degli americani. Così, dopo circa quattro minuti, ho riso e ho detto a H che la mia "lezione" era finita. Le ho chiesto perciò di dirmi la verità sulla Siria. 
JP (James Perloff): Prima di tutto, parlami di Bashar al-Assad. I media americani e molti politici qui lo ritraggono come un dittatore malvagio che opprime il popolo della Siria e che deve essere rovesciato con uno dei nostri continuamente ripetuti “regime changes.”. Come giudica e che cosa pensa la gente della Siria riguardo ad Assad? Soprattutto, vorrei che tu dicessi ai miei lettori come i cristiani della Siria lo considerano.
il giorno di Pasqua, il presidente Assad e la moglie Asmaa
sono andati a visitare Christine, la giovane cristiana che ha
perso una gamba nel bombardamento del 22 gennaio dai
miliziani della Ghouta sul quartiere cristiano di Bab Touma

H: Lo amano. I cristiani lo adorano. Egli rispetta tutte le religioni. Molti americani hanno l'idea sbagliata che la Siria sia uno stato musulmano. Non lo è: è uno Stato laico, sebbene i cristiani siano in minoranza. Ogni mese, Bashar visita le suore del monastero di Mar Thecla, quelle che sono state rapite dall'ISIS, e ha anche visitato il monastero di Seidnaya.  
Bashar non avrebbe dovuto diventare presidente, lo sai. Suo fratello era stato preparato per quella posizione. Bashar ha studiato medicina e si è specializzato in oculistica, un oftalmologo. Ma dopo che suo fratello morì, suo padre gli chiese di prepararsi a prenderne il posto per la leadership della Siria.   Bashar ha portato grande prosperità in Siria. Anni fa, dopo che gli Stati Uniti hanno posto delle sanzioni contro di noi, siamo stati costretti a farci noi i nostri prodotti di consumo. È stato difficile, ma siamo diventati autosufficienti e abbiamo iniziato a esportare molti prodotti. Sai, la Siria non aveva debito pubblico prima della guerra. Quindi noi troviamo "umoristico" quando la stampa americana ci definisce un "paese del terzo mondo", considerando quanto debito gli Stati Uniti hanno.
Quanto ad Assad, è amato dai Siriani. E' solito uscire senza protezione tra la gente, senza guardie del corpo. Sai, è un alawita [gli alawiti sono una branca dell'islam sciita], mentre la maggior parte dei musulmani siriani sono sunniti, ma lo amano comunque. Certo, alcuni di loro preferirebbero avere un presidente sunnita, e ci sono persone che si oppongono a lui. Ma non c'è un presidente che sia benvoluto da tutto il suo popolo; guarda Obama, o Trump, nessuno ha il 100 per cento di approvazione, ma la maggioranza dei siriani ama Bashar. Conosco personalmente persone che sono andate a scuola con lui, e tutti garantiscono per la sua personalità.
JP: Nell'esercito siriano, i Cristiani stanno combattendo a fianco dei musulmani?
H: Sì, Stanno combattendo lo stesso nemico. Molti Cristiani sono morti nell'esercito siriano. Ti troverò alcune foto di soldati cristiani che pregano in chiesa prima di andare in battaglia.
JP: Adesso, per quanto riguarda i cosiddetti "ribelli" che gli Stati Uniti sostengono, quanti sono in realtà i Siriani?
H: Dall'80 al 90 per cento sono stranieri - la maggior parte non parla nemmeno l'arabo [la lingua madre della Siria]. Vengono da tutto il mondo: Afghani, Sauditi, Libici, Ceceni, persino dal Canada. Sono addestrati in Turchia e in Giordania.
JP: Mi è stato detto che gli Stati Uniti pagano questi mercenari più di quanto paghino i nostri stessi soldati (USA).
H: Questo non saprei, ma combattono per chi li paga di più.
JP: Sembrerebbe giusto dire che il Nuovo Ordine Mondiale crede di poter far lavorare chiunque per sè se li pagano abbastanza bene, che si tratti di banchieri, politici, giornalisti, o soldati. Ora in America sentiamo molti termini confusi per descrivere i "ribelli": Isis, Daesh, Al Qaeda, Al Nusra, i Caschi Bianchi. Puoi chiarire?
H: ISIS è lo stesso di Daesh e sono supportati dall'Arabia Saudita. Jabhat al-Nusra ottiene supporto dal Qatar. Sono entrambi alleati degli Stati Uniti, e gli Stati Uniti lo sanno, e continuano a chiamarli "ribelli moderati". Jabhat al-Nusra, Al Qaeda, i Caschi Bianchi, sono fondamentalmente gli stessi. Qualunque sia il loro nome, sono pagati per fare la guerra in Siria contro il governo.
JP: Come sicuramente sai, il film The White Helmets ha ricevuto un Oscar come "Miglior documentario". È un grande esempio di come Hollywood sia politicizzata. Ovviamente, Hollywood è gestita dallo stesso sistema che controlla i mezzi di informazione e il governo.
H: In realtà, non ne ero a conoscenza, né ho visto quel film. In Siria, li chiamiamo "Evil Helmets" o anche "Devil Helmets." Costruiscono un sacco di notizie false. Quando i combattimenti iniziarono intorno a Homs, uomini incappucciati vennero e cacciarono la mia zia e alcuni dei suoi vicini fuori dal letto; li hanno fatti alzare per stare fuori all'aperto solo con i loro pigiami. I militanti li hanno filmati e poi la registrazione è stata trasmessa da Al Jazeera dicendo: "Questo è ciò che Assad sta facendo al suo popolo". Come forse sapete, Al Jazeera ha fatto un accordo con il canale di Al Gore. Tutto ciò mi ricorda il film Wag the Dog, in cui il governo ingaggia un regista di Hollywood per filmare una guerra falsa, che verrà trasmessa nei notiziari come se stesse davvero accadendo. Oggigiorno è facile fabbricare notizie false.
JP: Voglio raccomandare ai miei lettori di guardare Wag the Dog (titolo italiano "Sesso & Potere") se non l'hanno fatto. Ora, che cosa succederebbe ai Cristiani siriani se Assad fosse rovesciato e queste persone fossero vittoriose?
H: Tu non vorresti saperlo... A Maaloula, quattro cristiani, tre uomini e una signora, avevano pistole puntate alla loro testa dall'ISIS e fu loro imposto di rinunciare a Cristo o sarebbero stati uccisi. Si sono rifiutati di rinunciare a Cristo. Quindi furono tutti uccisi; gli uomini morirono martirizzati e la donna fu creduta morta, ma era ancora viva e visse per raccontare la storia. Ma voglio che tu sappia che tutti questi gruppi non solo uccidono i Cristiani, ma uccidono anche i musulmani che non sono d'accordo con le loro convinzioni, che siano sunniti, sciiti o membri di altri rami dell'Islam.
JP: Per me, è una follia che abbiamo sostenitori di Trump qui in America, che si professano cristiani ma che tifano per la sua politica "Assad se ne deve andare", che è identica alla politica Neocon "Assad se ne deve andare" di Obama, John McCain e Hillary Clinton. Come sai, dopo che ha lanciato i 59 missili da crociera contro la base aerea di Shayrat, ho scritto un articolo chiamato "14 Ragioni per cui gli attacchi aerei della Siria furono davvero una cattiva idea". Un esempio per tutti: non è possibile smantellare armi chimiche bombardandole; questo le libererebbe solo nell'atmosfera, danneggiando le persone. Questa è la prova lampante che l'amministrazione Trump sapeva che Assad non aveva usato armi chimiche contro il suo stesso popolo.
H: E quale sarebbe il movente di Assad, subito dopo aver avuto un'enorme vittoria militare? [Aleppo]. Ogni volta che i media iniziano a parlare di armi chimiche, ciò significa solo una cosa: che l'esercito siriano ha avuto una grande vittoria. Come quella che abbiamo appena avuto in Ghouta, di cui avevamo disperatamente bisogno, perché se Ghouta fosse caduta Damasco poteva cadere, e quella sarebbe stata la fine della Siria. L'America vuole impedire il progresso dell'armata siriana, quindi creano una scusa per bombardare l'esercito di cui abbiamo disperatamente bisogno per proteggerci.
23 marzo: notte di celebrazione della popolazione di Damasco
per la vittoria dell'esercito siriano a Ghouta
JP: Sì. Infatti, subito dopo che Trump bombardò la base aerea, l'ISIS lanciò una nuova offensiva per riprendere Homs. Quindi, quello che Trump in effetti ha fatto è stato sferrare un attacco a sostegno dell'ISIS, il che è molto ironico, dal momento che egli è arrivato al potere in gran parte in quanto oppositore dell'estremismo islamico. Naturalmente, l'America ha sostenuto a lungo l'ISIS con armi e addestramento. Dimmi, cosa ne pensano i siriani delle motivazioni del governo degli Stati Uniti?
H: In Siria noi diciamo: L'America non è l'America, l'America è Israele.
JP: Ci sono ex membri del Congresso, come Cynthia McKinney e Jim Traficant, che hanno confermato ciò che hai appena detto.
H: Mia madre è di Homs; è qui che i militanti hanno avuto la loro prima vittoria. Sai che bandiera hanno sollevato lì quando è successo?
JP: No, non lo so.
H: Era la bandiera israeliana. I miei amici e familiari ne hanno fatto delle foto, poi è stata rapidamente rimossa.
JP: Beh, immagino che non dovrebbe essere una sorpresa. L'ISIS non attacca mai Israele, i suoi feriti sono stati curati negli ospedali israeliani, e c'era un colonnello israeliano [Yusi Oulen Shahak], catturato tra le forze dell'ISIS. Ho letto di recente che i militari statunitensi hanno comandato un'esercitazione congiunta con gli israeliani, la più grande di sempre. Includeva un finto attacco alla Siria, al Libano e persino a Gaza.
H: Non lo sapevo, ma so che gli americani hanno circa 20 basi in Siria. Hanno ricevuto aiuto dai curdi.
JP: Venti? Bene, allora sono davvero seri nell'estendere la guerra. E loro non hanno il diritto di essere lì. Puoi immaginare come reagirebbero gli Americani se un paese straniero lanciasse missili cruise su di noi e costruisse basi sul nostro suolo? A proposito, dove hai preso quell'informazione sulle 20 basi?
H: Dalle notizie siriane, così come dai miei contatti in Siria.
JP: Quanto ritieni affidabili i mezzi di comunicazione siriani?
H: Beh, devo dire che in ogni Paese ci sarà una certa dose di parzialità sui suoi mezzi di informazione. Ecco perché è sempre importante avere informazioni anche dai tuoi contatti attraverso i social media e da amici e familiari sul campo; quelli possono dirti cosa sta realmente accadendo.
JP: Poi voglio chiederti che sentimenti provano i siriani per i Russi.
H: Se non fosse stato per l'intervento della Russia, la Siria sarebbe caduta molto tempo fa. I russi sono brave persone secondo l'opinione dei siriani. Non ci hanno mai tradito. Sai, quando ero ragazza in Siria, vivevamo molto vicino ai loro uffici governativi. Li vedevo in piscina. Ero molto a mio agio tra loro, erano brave persone che si occupavano dei loro affari. I siriani si fidano che la Russia sa mantenere la parola data, ma nessuno si fida degli Stati Uniti. Tutti in Siria e in tutto il Medio Oriente sanno che l'America può essere tuo amico un giorno, poi pugnalarti alle spalle il giorno seguente, perché hanno tradito i Paesi Arabi così tante volte.
JP: Beh, ne abbiamo un sacco di esempi, come sono sicuro che tu sappia, un tempo armavamo Saddam Hussein e prima di lui i Talebani.
H: Sì. Al proposito, c'è stato un tempo in cui i Siriani amavano davvero e rispettavano l'America. Ma questo è cambiato negli ultimi venti anni.
JP: In questo momento c'è un enorme risveglio cristiano in Russia, e Putin, naturalmente, è un Cristiano Ortodosso. Recentemente ho letto che una delle ragioni per cui è intervenuto in Siria è stata anche quella di proteggere la Chiesa Ortodossa, che è presente in Siria da 2.000 anni, e che è stato incoraggiato a farlo dal Patriarca Kirill.
H: Beh, questo non lo so, potrebbe essere vero. Tuttavia, voglio anche dire che nessuna nazione sacrifica i suoi soldati a meno che non sia anche nel suo interesse nazionale. La Russia ha interessi petroliferi e di gas naturale in Siria, e le dà anche ulteriore accesso al mare, di cui ha bisogno. Certamente, l'Occidente ha i suoi piani per il petrolio e il gas siriani, che minaccerebbe l'economia russa. Devi capire che la situazione in Siria è molto complessa. Abbiamo le alture del Golan che Israele ci ha tolto e non vuole restituire, quindi la Siria è in contrasto con Israele. Ci sono gruppi sunniti in Siria che vorrebbero sostituire Assad con un presidente sunnita; ciò renderebbe felice l'Arabia Saudita, che è un paese sunnita, e indebolirebbe l'Iran che è un paese sciita. Ci sono molti fattori e ragioni per questa guerra, chiamiamola pure una guerra mondiale che viene combattuta attraverso mercenari in Siria, così come in Iraq e nello Yemen. Gli stessi giocatori sono in quei Paesi. Quindi, per farla breve, è una guerra tra due grandi potenze, America e Russia, con i loro alleati, sulla nostra terra. In effetti, quest'ultimo affare con l'ex spia russa assassinata, e l'espulsione dei diplomatici russi, potrebbe non essere una coincidenza che ciò sia avvenuto nello stesso periodo del nostro successo a Ghouta. La nostra informazione è che i Russi hanno severamente avvertito gli Stati Uniti di non interferire bombardando il nostro esercito, o ci sarebbero state conseguenze.
JP: Beh, ci siamo chiesti tutti se l'Occidente stesse usando l'affare Skripal per iniziare una Guerra Mondiale! Ma in altre parole, potrebbero davvero tentare di fare pressione sulla Russia per fare marcia indietro in Siria.
H: Sì, o fare qualche tipo di accordo sulla Siria.
JP: Adesso voglio farti una domanda a cui ti potrebbe essere difficile rispondere: un giorno, qualche settimana fa, ti ho visto piangere e vestirti di nero. Ti ho chiesto cosa fosse successo e mi hai detto che la tua zona vicino a Damasco era stata pesantemente bombardata dagli israeliani.
H: Non solo dagli israeliani, ma anche da Jabhat al-Nuṣra. Usano un tipo di bomba illegale, non riesco a ricordare come si chiama. Ma ci sono state molte vittime e nessuna di queste è stata riportata dai media americani. Noi [H e la sua famiglia] siamo stati fortunati, perché eravamo appena arrivati, ma non nel preciso momento in cui è stato bombardato.
JP: Ho letto che gli Israeliani cercano di giustificare questi attacchi dicendo che ci sono Iraniani in Siria.
H: Oh, Jim, gli Israeliani non si giustificano! Fanno quello che vogliono. Sanno che possono farla franca per ogni loro azione.
JP: Bene, permettimi di chiederti questo. Ci sono gli Iraniani in Siria?
H: Sì, certo. Abbiamo volontari iraniani nell'esercito siriano. Abbiamo perso così tanti soldati in questa guerra, quindi abbiamo bisogno anche del loro aiuto.
JP: Ma gli Iraniani, perché dovrebbero combattere per la Siria?
H: Perché sanno che se la Siria cadesse, l'Iran sarebbe la prossima.
JP: Beh, questa è una ragione che ha senso.
H: Certamente: gli Iraniani supportano anche Hezbollah in Libano. Lo sapevi che solo in America Hezbollah è considerata terrorista? In Europa, nessuno li chiama così.
JP: Quanto sono ottimisti o pessimisti i Siriani riguardo alla vittoria?
H: Noi speriamo nella vittoria, e siamo incoraggiati dai successi dell'esercito siriano, ma la gente si sta consumando. Molti sono affamati e depressi; molti di loro non hanno più soldi, perché non sono stati in grado di lavorare per anni a causa della guerra. In Siria, quando qualcuno dice "Buona giornata", il saluto ha un significato diverso rispetto all'America. In Siria "Buona giornata" di solito significa: "spero che tu torni vivo e tutto intero". Perché sai, puoi tornare vivo, ma non essere ancora tutto di un pezzo.
JP: C'è qualcos'altro che vorresti far sapere agli Americani?
H: Sì, La ragione per cui esiste una "crisi dell'immigrazione siriana" è la guerra. Molte persone sono state costrette ad andarsene perché non avevano scelta. Lasciateci soli, e non ci sarà più nessun problema di immigrazione siriana. Vorrei anche dirvi che amo l'America, e sono felice, grata e onorata di essere chiamata Americana. Sono semplicemente in disaccordo con le sue politiche in Medio Oriente. Vorrei incoraggiare le persone a guardare oltre i titoli e a pensare, prima di formarsi un'opinione. I governi di tutto il mondo creano falsi pretesti per le guerre. Sfido gli Americani, i leader Americani e i leader del mondo, a competere nel progresso dell'umanità invece di competere nella creazione di armi che distruggono l'umanità. È un mio sogno vedere le persone lavorare insieme anziché l'una contro l'altra, creando abbondanza, non paura e scarsità. Quando gli altri stanno bene, stiamo tutti bene. Come disse l'apostolo Giovanni, se non ami tuo fratello che hai visto, come puoi amare Dio che non hai visto?
  ( trad. Gb.P.) 
 

lunedì 2 aprile 2018

"Sotto falsa bandiera" & "Il fondamentalismo hollywoodista"

Riproponiamo due libri particolarmente utili visto il livello di disinformazione e propoganda che caratterizza i main-stream media, i mezzi di comunicazione di massa più influenti... 

dalla pagina https://www.macrolibrarsi.it/speciali/introduzione-estratto-dal-libro-false-flag-sotto-falsa-bandiera.php

Introduzione - Estratto dal libro "False Flag - Sotto Falsa Bandiera"

di Enrica Perucchietti

[...]

Il 26 ottobre 2001 il presidente americano George W. Bush firma un disegno di legge presentato solo tre giorni prima dal repubblicano James Sensenbrenner e approvato dalla Camera e dal Senato. Si tratta dell’Uniting and Strengthening America by Providing Appropriate Tools Required to Intercept and Obstruct Terrorism Act of 2001, meglio noto come “USA Patriot Act”. L’autore della legge federale è Viet Dinh, assistente del Procuratore generale degli Stati Uniti. La norma rinforza il potere dei corpi di polizia e di spionaggio statunitensi allo scopo di ridurre il rischio di attacchi terroristici quali quelli avvenuti appena un mese e mezzo prima.
In questo modo la Casa Bianca è riuscita a introdurre delle restrizioni sulla privacy e, più in generale, delle misure “draconiane” per inasprire la sorveglianza dei cittadini e di tutti coloro che si apprestino a entrare sul suolo americano. Misure che sarebbero state impensabili e non sarebbero mai state accettate prima dell’Undici settembre. Questa tragica data è stata infatti intesa dall’amministrazione Bush come “un’occasione”, una “nuova Pearl Harbor”. David Rumsfeld avrebbe ammesso che l’Undici settembre aveva creato «il genere di opportunità offerto dalla seconda guerra mondiale per rimodernare la guerra».
Anche il presidente Bush e Condoleeza Rice avrebbero parlato dell’Undici settembre in termini di opportunità. Sulle macerie del World Trade Center sarebbe così nata l’occasione di soddisfare quelle che per i neocon erano le condizioni essenziali per promuovere l’imperialismo americano: l’attacco all’Afghanistan e all’Iraq, l’incremento delle spese belliche e la promozione della nuova dottrina della guerra preventiva.
Come per Pearl Harbor, quest’evento avrebbe diviso il passato e il futuro in un prima e un dopo. Uno spartiacque storico che avrebbe modificato per sempre l’immaginario e le strategie geopolitiche. Un tale shock collettivo, una crisi talmente profonda e devastante per l’opinione pubblica, che nulla dopo di esso sarebbe più stato come prima. Gli Stati Uniti avrebbero potuto rispondere con misure drastiche, ridurre le libertà civili, inasprire le misure di sorveglianza nei confronti dei cittadini, ricorrere alla detenzione preventiva dei sospetti e utilizzare la violenza fino in fondo.

Opportunità

Si tratta di creare i presupposti per poter poi raccogliere e sfruttare delle opportunità calcolate con cura e, in alcuni casi, di lasciare che gli eventi “avvengano” per poi strumentalizzare l’accaduto, anche qualora comporti tragedie e perdite di vite umane; altre volte si tratta di pianificare i cosiddetti “attacchi sotto falsa bandiera” per poter conseguire un determinato obiettivo, dopo avere manipolato degli “utili idioti” che poi divengono capri espiatori, e aver cooptato talpe, spie, dirigenti, informatori.
Ciò avviene sempre, però, in base a obiettivi precisi, strategie studiate a tavolino e interessi personali. Interessi che non corrispondono mai a quelli delle masse. Si tratta delle cosiddette “false flag operations” o “operazioni sotto falsa bandiera”: gli attacchi sotto falsa bandiera per incolpare il nemico sono sempre avvenuti – lo dimostra persino la storia antica – e non sono questione recente, né materia per “complottisti”.
Anche quello di creare un nemico esterno / capro espiatorio per coalizzare l’opinione pubblica contro tale fantomatico pericolo – come splendidamente descritto da George Orwell in 1984, con il nemico pubblico numero uno del Partito, Emmanuel Goldstein – è uno dei trucchi più vecchi del mondo.

L’espressione “false flag” ha origine nei combattimenti navali, in cui l’utilizzo di una bandiera diversa da quella reale, nell’imminenza di un attacco, è considerato accettabile, a condizione che la vera bandiera venga innalzata nel momento in cui inizia l’attacco vero e proprio.

Con l’espressione “false flag operations”, invece, si è passati a indicare delle operazioni belliche auto-create, ideate cioè per far credere che l’attacco sia stato effettuato da gruppi diversi, rispetto ai reali esecutori, al fine di addossare loro la responsabilità di quanto accaduto, legittimando così eventuali rappresaglie, oppure, come si preferisce ammettere a denti stretti, di “sfruttare” qualche ghiotta opportunità. Dall’antichità a oggi le modalità si sono affinate, ma le strategie belliche di strumentalizzazione sono rimaste immutate.

[...]

Senza l’Undici settembre, non si sarebbe riusciti a convincere l’opinione pubblica a introdurre una serie di restrizione della privacy sul modello del Patriot Act, proprio come cinquant’anni prima non si sarebbero convinti gli americani a entrare in guerra senza l’attacco di Pearl Harbor. Due episodi tragici hanno segnato non solo la storia, ma anche il destino del Paese e del mondo, con una serie di reazioni a catena impossibili da fermare o invertire.
Nell’estate del 2002 un comitato di consulenti del Pentagono propose, ci ricorda Pino Cabras,
«... la creazione di una squadra di un centinaio di uomini, il P2OG (Proactive Preemptive Operations Group, ossia Gruppo azioni attive e preventive), con il compito di eseguire missioni segrete miranti a “stimolare reazioni” nei gruppi terroristici, spingendoli a commettere azioni violente che poi li metterebbero nelle condizioni di subire il “contrattacco” delle forze statunitensi. Il paradosso di una simile operazione è spinto fino a limiti estremi.
Pare che il piano debba in qualche modo opporsi al terrorismo causandolo. [...] Un’organizzazione come questa è perfetta per creare confusione e depistaggi, quel genere di caos che si determina nel passaggio dall’infiltrazione alla provocazione. Il documento del Pentagono si spinge poi a spiegare che l’uso di questa tattica consentirebbe di considerare responsabili degli atti terroristici provocati quei Paesi che ospitassero terroristi, a quel punto considerati dei Paesi a rischio sovranità».
Come vedremo, delle operazioni clandestine sono state approvate dalla CIA in funzione anticomunista dal 1948 in poi, anche se l’utilizzo di false flag è ben più “antico”.
Stragi, omicidi e attentati hanno però sempre un obiettivo specifico: generare paura; consolidare il potere o, all’opposto, produrre un cambio al vertice; indurre colpi di Stato od ottenere un casus belli per legittimare agli occhi dell’opinione pubblica una guerra; promuovere una svolta autoritaria oppure l’ennesima restrizione della libertà, che in tempi “normali” sarebbe impensabile proporre ai cittadini.

[...]
--------------------

dalle pagine:
dal video: 
Cos’è il fondamentalismo hollywoodista? Per capirlo, dobbiamo innanzitutto renderci conto che non è vero che tutte le ideologie siano morte, come si usa dire. Anche il mondo delle ideologia è probabilmente soggetto alla selezione naturale di Darwin, alcune ideologie agonizzano, altre si estinguono, ma le nicchie ecologiche che si liberano vengono subito occupate da qualche nuovo arrivato. La natura aborrisce il vuoto. In molti casi assistiamo all’insorgere di piccoli culti più o meno strampalati, culti pseudoreligiosi o pseudoscientifici. Di solito rimangono confinati a quattro gatti e durano poco. Ma in altri casi compare un nuovo grande predatore, una super ideologia che in quattro e quattr’otto si pappa tutto e tutti in vastissime porzioni del mondo. Il paradosso è che più questa ideologia è vasta, più chiunque ne venga assorbito non la riconosce più in quanto ideologia. Quando ci si è dentro, l’ideologia assume la forma della realtà, e tutto ciò che si trova al di fuori dell’ideologia diventa un’eresia. Quando la Chiesa perseguiva gli eretici, era proprio perché per lei essi si collocavano al di fuori della realtà, e così facendo mettevano in crisi, per la Chiesa, il concetto stesso di realtà. Per quanto possa suonare strano alle nostre orecchie, un fenomeno analogo è in atto proprio ora, ed il “Vaticano” di questa nuova ideologia-religione – i due concetti in parte si sovrappongono – è situato a Hollywood.

L’Occidente oggi non si rende conto di essere ideologico, profondamente ideologico, così ideologico da fare impallidire le altre grandi ideologie del passato. No, no sto parlando del capitalismo, del liberismo, e nemmeno della democrazia – queste sono tutte cosucce nel confronto dell’ideologia di cui sto parlando, ed in una certa misura ne sono parte. La grande ideologia della quale non siamo bene consapevoli di essere succubi in Occidente è l’Hollywoodismo, un vero e proprio sistema completo di valori, di modelli di comportamento e di pensiero, di come ci si debba abbigliare e cosa si debba mangiare, eccetera eccetera. Insomma, un intero modello di realtà, a cui in varia misura finiamo per credere. Ed è proprio chi non è consapevole della natura fideistica della fede che lo attanaglia che in men che non si dica si ritrova essere un fondamentalista, cioè qualcuno che crede ciecamente ai propri modelli di riferimento senza rendersi conto in nessuna misura della loro relatività. Ci piaccia o no siamo quindi tutti fondamentalisti hollywoodisti – in vita nostra abbiamo guardato troppo cinema e televisione americani per non esserlo. Alcuni lo saranno più di altri, ma nessuno sfugge.

Da cento anni Hollywood rappresenta l’immaginario occidentale all’interno dei propri prodotti cinematografici, e così facendo lo costruisce, lo omogenizza, ne stabilisce gli standard. Ma da quale momento in poi possiamo cominciare a chiamare questa attività di strutturazione dei nostri gusti e costumi, una vera e propria attività di manipolazione? Difficile da stabilire, tuttavia c’è evidenza del fatto che negli ultimi decenni la cinematografia statunitense è sempre più traboccante di elementi di manipolazione di massa chiaramente intenzionali, possiamo identificarli, riconoscerli e descriverli, e queste tecniche di manipolazione sono frutto di conoscenze straordinarie sui modi esatti nei quali le masse di persone possano venire condizionate. Il quadro è quindi quello di una lucidissima scienza di ingegneria sociologica, roba nuova, roba che non si insegna neppure nelle migliori università – a parte eventualmente qualche università militare della quale sappiamo poco o nulla. Di tutto ciò ignoriamo quasi tutto, ma possiamo tuttavia scoprire molto sottoponendo a rigorosa analisi i vettori di tale presunta manipolazione – cioè i film con cui Hollywood ci tempesta. Vogliono che guardiamo i loro film? Va bene, facciamo però un passo ulteriore – oltre a guardarli, studiamoceli ben bene, per capire esattamente cosa contengono, visto che di qualsiasi cosa si tratti, poi ce la ritroviamo nei nostri cervelli.
E questo è esattamente quello che ho voluto fare nel mio nuovo libro, Il fondamentalismo hollywoodista. Ho identificato undici tecniche principali di manipolazione, che tipicamente troviamo in molti film di Hollywood. Nel mio libro assegno ad ognuna di esse un nome e ne spiego il funzionamento e le finalità. La seconda parte del libro consiste in una rassegna di film e serie televisive americane che io ho analizzato – questo spiega perché mi ci siano voluti 4 anni per scrivere questo libro, uno non è che ha voglia di guardarsi film americani tutti i giorni – e per ognuno dei quali elenco le tecniche di manipolazione che in esso sono state utilizzate. Imparare a conoscere i trucchi e le leve psicologiche che vengono utilizzate per influenzare la nostra mente è il primo passo per difenderci dalle intrusioni nella nostra testa e per riappropriarci di noi stessi. In questo senso il mio è anche un libro di autodifesa, ma non è leggendo il mio libro soltanto, ahimé, che terremo la nostra mente al riparo dagli artifici degli apprendisti stregoni dell’hollywoodismo. Troppo potente la loro potenza di fuoco, che va sistematicamente a colpire i nostri inconsci. Tuttavia, bisogna pur iniziare da qualche parte se vogliamo avviare una guerra di indipendenza della nostra mente. Una guerra puramente mentale, beninteso, dato che di guerra esclusivamente mentale si tratta.
I gerarchi dell’hollywoodismo vogliono possedere e controllare la tua mente, così come quella di tutti gli altri, ed il possesso si manifesta ogniqualvolta tu pensi nei termini da loro prefissati. E loro la tua mente già la posseggono, almeno in parte , anche se tu credi di no. Magari ogni tanto ti piace citare Matrix, nei tuoi discorsi controcorrente, oppure film come V come vendetta…. ma in questo caso ho una brutta notizia per te, amico mio, anche Matrix, anche V come vendetta ti sono stati iniettati in testa dagli stregoni dell’hollywoodismo, sono allegorie che hanno messo in circolazione loro, non è farina del tuo sacco. E loro lo hanno fatto per te. Per aiutarti ad esprimere meglio il tuo dissenso. Ed esprimendo il tuo dissenso negli esatti termini che essi hanno disposto per te, tu dimostri di fare interamente parte del loro regno immateriale, e così facendo lo rendi più stabile. Non ci credi? Pensaci meglio. Magari aiutandoti con la lettura de Il fondamentalismo hollywoodista. Non ci facciamo troppe illusioni. Continuerai anche in seguito a citare Matrix, così come dopotutto ho appena fatto anch’io – chi è senza influsso dall’hollywoodismo scagli la prima pietra – ma per lo meno lo farai con un più elevato senso di consapevolezza di cosa sia accaduto nella tua mente. La prima tappa di un cambiamento è la comprensione, non ci sono altre vie. Dobbiamo capire perché pensiamo nel modo in cui pensiamo, e quali parti di questo processo siano state progettate a tavolino. Solo così, forse, potremo cessare di essere i fondamentalisti hollywoodisti che a nostra insaputa siamo, limitandoci ad un più dignitoso ruolo di hollywoodisti moderati consapevoli.
Il libro contiene anche una breve cronaca di un mio viaggio in Iran, qualche anno fa, ad una conferenza sull’hollywoodismo, dove per la prima volta ho udito di questo termine, questo vocabolo immaginifico che mi ha ispirato in questa ricerca. Su tale mio viaggio in Iran ho raccontato estensivamente in un mio precedente video, che se vi interessa vi invito a cercare.
Per il momento Il fondamentalismo hollywoodista è pubblicato soltanto su Amazon, quindi in libreria non lo trovate. Se qualche editore serio vuole portarlo in libreria, si accomodi pure. Nel frattempo, chiunque sia interessato se lo può procurare su Amazon.it con un paio di click ed in men che non si dica verrà recapitato a casa vostra. Un ultimo consiglio che vi do in quanto genovese: se volete risparmiare le spese di spedizione, ordinate anche qualche altro libro, non necessariamente mio. A partire da 29 euro di spesa godrete infatti della spedizione gratuita. Un’ultima raccomandazione: dato che Il fondamentalismo hollywoodista non esiste in libreria e nessun editore lo promuove, se l’argomento vi appassiona e non volete vederlo morire nel nulla, fate voi stessi qualcosa per farlo conoscere. Se avete un sito o un blog parlate di questo libro ai vostri lettori, condividete questo video, sul blog e sui social network. Ci sono e ci saranno anche miei altri video nei quali dirà altre cose sui contenuti de Il fondamentalismo hollywoodista. Li trovate su Pandora TV e su Youtube. Fate del vostro meglio per far girare queste informazioni ed a questo modo avrete dato il vostro contributo alla lotta di liberazione delle nostre menti dal caleidoscopio di sogni, miti, illusioni e fantasie che gli apprendisti stregoni dell’hollywoodismo ci hanno intrufolato in testa. Infine un grazie sentito a Pandora TV, unica voce televisiva fuori dal coro in Italia oggi, senza la quale queste mie parole non sarebbero mai giunte a voi. Tutto questo detto, a tutti i migliori auguri di una felice dehollywoodismizzazione da Roberto Quaglia.
 
Roberto Quaglia
Marzo 2017


continua

Altri libri di Roberto Quaglia
  
In particolare, segnaliamo: