lunedì 22 agosto 2016

Noam Chomsky e l’ignoranza volontaria sull’11 settembre 2001

ri-proponiamo un articolo di qualche anno fa...

dalla pagina https://aurorasito.wordpress.com/2013/12/01/noam-chomsky-e-lignoranza-volontaria-sull11-settembre-2001/

dicembre 1, 2013

Kevin Ryan Global Research, 29 novembre 2013

In risposta ad una domanda all’Università della Florida, Noam Chomsky ha sostenuto che c’è solo “un minuscolo numero di architetti e ingegneri” che ritiene che il resoconto ufficiale sul WTC 7 dovrebbe essere trattato con scetticismo. Chomsky continuava dicendo “un numero minuscolo e un paio di loro sono perfettamente seri.” Se firmate con vostri nome e credenziali una petizione pubblica sull’argomento significa essere seri, allora il piccolo numero di Noam Chomsky inizia da 2100, senza contare scienziati e altri professionisti. Perché Chomsky avrebbe fatto una tale evidente esagerazione quando gli si presentano fatti contraddittori così tante volte? Ho personalmente avuto oltre trenta scambi via posta elettronica con Chomsky. In questi scambi ha accettato che sia “concepibile” che degli esplosivi possano essere stati utilizzati sul WTC. Ma, ha scritto, se così fosse avrebbe dovuto essere stato Saddam Hussein o Usama bin Ladin a farlo. Naturalmente, non importa quanti professionisti o intellettuali siano disposti ad ammetterlo. I fatti rimangono: il resoconto del governo degli Stati Uniti sulla distruzione del WTC l’11 settembre 2001 è puramente falso. Non c’è scienza che spieghi la dimostrazione del governo del crollo del WTC7 o delle Torri Gemelle, e chiunque ammette, compreso il governo, che il WTC-7 subì una caduta libera quell’11 settembre. Non c’è spiegazione per questo se non l’uso di esplosivi.
L’affermazione ovviamente falsa sul “numero molto piccolo” di Chomsky è solo una delle numerose assurdità dell’uomo che tiene una lezione in risposta. Qui sono alcuni altri: “(gli scienziati che cercano la verità sull’11 settembre) non fanno ciò che gli scienziati e gli ingegneri compiono quando pensano di aver scoperto qualcosa. Quello che fai, quando pensi di aver scoperto qualcosa, è scrivere articoli su riviste scientifiche (ammette “uno o due articoli minori”), tiene conferenze presso società professionali, e va al dipartimento di Ingegneria Civile del MIT, o in Florida od ovunque voi siate, e presentate i risultati.” Ho inviato a Chomsky più di due articoli scientifici pubblicati su riviste tradizionali che descrivono le prove della demolizione del WTC. Perciò sa che questa affermazione non è vera. E ho fatto decine di conferenze negli Stati Uniti e in Canada sulla teoria di demolizione del WTC, molte delle quali nelle università. Ho anche sottolineato che il professore d’ingegneria civile del MIT, Eduardo Kausel, ha commesso degli errori elementari nelle sue osservazioni sul disastro del WTC. Kausel afferma su Scientific American che le torri del WTC non furono “mai concepite per resistere all’intenso incendio di carburante, una grave mancanza nella progettazione”. Kausel ha anche affermato che il getto del carburante degli aerei “ha ammorbidito o fuso le le capriate strutturali e le colonne dei piani, in modo che divenissero come la gomma da masticare.” A rischio di esagerare come Chomsky, mi avventuro nel dire che quasi tutti, oggi, sanno che queste affermazioni sono false. Chomsky ha continuato nel tentativo di sminuire e minimizzare il sacrificio di chi cerca la verità. “Ci capita di avere molta gente in giro che, trascorso un’ora su internet, pensa di sapere molto di fisica, ma non funziona così. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con l’attivismo politico sa che questa è una delle cose più sicure che si possano fare. E’ quasi privo di rischio. La gente prende costantemente rischi su ben altro, tra cui scienziati e ingegneri. Ho potuto e possono presentare molti esempi. Forse la gente riderà di voi, ma è tutto qui. E’ quasi una posizione priva di rischi.” Chomsky sa che sono stato licenziato dal mio posto di Site Manager degli Underwriters Laboratories per aver contestato pubblicamente le indagini del governo sulla tragedia del WTC. Sa che molti altri hanno subito conseguenze simili, tra cui anche il fisico della Brigham Young University Steven Jones e il chimico dell’Università di Copenaghen Niels Harrit, costretti a ritirarsi per averne parlato. E anche se tutti sanno che i ricercatori e le università di oggi dipendono dai miliardi di dollari in sovvenzioni del governo, Chomsky implica che tale finanziamento non potrebbe mai influenzare in alcun modo la discussione sulle posizioni politiche più delicate del governo. L'”ora su internet” è un nonsense ridicolo, naturalmente, e Chomsky lo sa bene. Jones e Harrit hanno credenziali scientifiche migliori di certi professori del MIT e abbiamo tutti trascorso molti anni a studiare gli eventi dell’11 settembre. Ho trascorso più di un decennio, e ho contribuito a numerosi libri e articoli scientifici sull’argomento.
Assecondando i disturbatori nella folla, Chomsky ha riassunto la sua posizione semplicistica (pubblica) sugli eventi dell’11 settembre. “Tuttavia, c’è un problema molto più profondo, che s’è  presentato ripetutamente e devo ancora sentire una risposta. Vi sono prove schiaccianti che l’amministrazione Bush non ne fosse coinvolta, prove molto elementari. Non devi essere un fisico per capirlo, basta pensarci un minuto. Vi sono un paio di fatti che sono incontrovertibili:
1. L’amministrazione Bush voleva disperatamente invadere l’Iraq. (Continua a dire che c’erano buone ragioni, compreso che l’Iraq è “proprio in mezzo alla regione che produce maggiore energia nel mondo”.)
2. Non incolparono dell’11 settembre gli iracheni, ma i sauditi, loro principale alleato.
3. A meno che non fossero dei pazzi totali, avrebbero incolpato gli iracheni se in qualche modo ne fossero coinvolti”, continuando a dire che “non vi era alcun motivo per invadere l’Afghanistan” che “fu per lo più una perdita di tempo.”
Fondamentalmente, queste tre ragioni “schiaccianti” si riducono alla ragione che Chomsky presuppone che, se vi fosse stata coinvolta l’amministrazione Bush, avrebbe subito accusato l’Iraq dell’11 settembre. Naturalmente, i capi di Bush incolparono immediatamente l’Iraq per l’11 settembre e lo fecero ripetutamente. Fu una delle due originarie giustificazioni addotte dall’amministrazione Bush per invadere l’Iraq. Inoltre, Chomsky sicuramente ebbe una risposta al suo “problema più profondo”, quando ricevette una copia del mio nuovo libro Another Nineteen diversi mesi prima delle sue osservazioni. Il libro fornisce ampie ragioni e prove schiaccianti sulle intenzioni reali e i sospetti che Dick Cheney, Donald Rumsfeld e diciannove loro colleghi fossero i mandanti degli attentati dell’11 settembre. Dopo aver scritto di essere “felice di sapere del nuovo libro“, gliene mandai una copia. Chomsky ammise di aver ricevuto il libro ad agosto e mi scrisse che era “contento di avere una copia del libro, e spero di poterlo leggere quanto prima.” Ma, o Chomsky ignora la risposta alla sua grande preoccupazione da diversi mesi, o sa che tale sua preoccupazione non ha ragione. Perché finge ignoranza in questo modo? Forse è il fatto che perderebbe la faccia se dovesse ammettere, infine, che c’è molto di più nella vicenda dell’11 settembre. Indipendentemente da ciò, quando un numero molto piccolo parte da 2100 [oggi oltre 2500] e “le prove schiaccianti” che scagionano l’amministrazione Bush si riducono a una pessima ipotesi, ci ricordiamo di nuovo del potere che l’11settembre detiene. Quando vengono presentate prove sostanziali sulla complicità dei dirigenti aziendali e governativi, l’ovvio diventa o innegabile o un spunto emotivo per dissimularsi.


Copyright © 2013 Global Research
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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