giovedì 20 settembre 2012

"Alleati" non significa necessariamente "Allineati"

[lettera di inizio Settembre inviata da Giancarlo Albera, a nome e per conto del Coordinamento Comitati, al GdV ma mai pubblicata, che faceva alcune considerazioni sulla questione Pluto]

In questi giorni tanto si è scritto in merito al progetto USA per l’ampliamento della base Pluto; parola a noi tristemente nota perché servita a pretesto per la costruzione della nuova base al Dal Molin (spacciata per ampliamento della Ederle). Ancora una volta la ns.città è vittima della prepotenza e degli abusi da parte di uno Stato, che ha fatto prevalere le sue incomprensibili  ragioni (per non apparire ostile all’Alleato ed in osservanza di trattati di sudditanza e patti-bilaterali stipulati dopo una guerra voluta da altre generazioni), su quelle legittime dei cittadini e della tutela del territorio. 

Giustamente i rappresentanti istituzionali, sindaco di Vicenza, Longare e commissario Provinciale pretendono di essere informati, di vedere il piano, di valutare gli effetti per poter risolvere eventuali problemi legati alla salute e alla mobilità. Oggi come allora si sta invece cercando di calare dall’alto un nuovo progetto di espansione militare, senza il coinvolgimento delle autorità  locali e della popolazione, col forte rischio di lasciare un segno indelebile sulla città stessa e sugli abitanti. Si pensi anche ai possibili rischi di inquinamento nel movimento terra, trasporto, stoccaggio materiali, ed ancora, per l’adeguamento alle normative di sicurezza ed antiterrorismo.

Certamente ci sono stati tanti, troppi silenzi, poiché già nel Giugno 2007 quando assieme ad altri 3 tecnici accompagnammo 4 parlamentari ad ispezionare la base, avevamo segnalato agli organi istituzionali nazionali e parlamentari che Site Pluto era già in fase di modernizzazione e ristrutturazione tanto che fu oggetto di una interrogazione parlamentare il 28 di quel mese; che già disponeva nell’edificio centrale a metà collina, di un capiente salone tipo anfiteatro, con circa 150 postazioni, per l’addestramento delle alte gerarchie militari presenti in Europa. Dotato di moderne tecniche di comunicazione, simulazione, videoconferenza. Quel luogo rivestiva già allora un ruolo strategico importante che oggi si vuole potenziare e che può essere facilmente trasformato da simulazione a  sala comando operativa   con tutte le conseguenze nefaste e, funzionale alle varie operazioni militari (con utilizzo droni  etc).

Quello che più sorprende è che si continui nell’equivoco di fondo di considerare queste istallazioni come appartenenti alla NATOblocco occidentale” con finalità di difesa  mentre in realta’  appartengono al Comando terrestre  AFRICOM  da Setaf che era (svelato anche da WikiLeaks), fuori quindi dagli ambiti di intervento Nato(nord atlantico), avente come braccio operativo  la 173 brigata, secondo reparto dell’esercito Usa, in barba alla sovranità e all’art.11. Di tutto ciò il deputato S. Stefani, Presidente della Commissione Esteri  e paladino di pace e giustizia  per Vicenza, non dice nulla. Come nulla viene detto dell’incremento della produzione e vendita delle armi nella stragrande parte dei paesi del mondo Italia compresa. Gli Usa, hanno triplicato le vendite di armi nel mondo(sole 24 ore del 28-8-012)e, sono in testa  alla corsa al riarmo. La storia ci insegna che la corsa agli armamenti anticipa e promuove i conflitti. 

Per finire poniamoci  alcuni interrogativi. 
E’ così irrilevante che a Vicenza si formi il più importante insediamento militare dell’esercito americano in Europa ? 
Quale potrà essere il limite a questa espansione  militare ? 
Quanto costerà ai vicentini sia in tema di risorse (possibili rischi ambientali), che di costi benefici ?   
Dopo 67 anni dalla fine della guerra non è giunto il tempo di rivedere i trattati che regolano le servitù militari ? Ovvero, la desecretazione e rinegoziazione degli accordi bilaterali di Ottobre 54 ?    

Giancarlo Albera
a nome e per conto  del Coordinamento  Comitati