In questi giorni tanto si
è scritto in merito al progetto USA per l’ampliamento
della base Pluto; parola a noi tristemente nota perché servita a pretesto per
la costruzione della nuova base al Dal Molin (spacciata per ampliamento della
Ederle). Ancora una volta la ns.città è vittima della prepotenza e degli abusi
da parte di uno Stato, che ha fatto prevalere le sue incomprensibili ragioni (per non apparire ostile all’Alleato ed
in osservanza di trattati di sudditanza e patti-bilaterali stipulati dopo una
guerra voluta da altre generazioni), su quelle legittime dei cittadini e della
tutela del territorio.
Giustamente i
rappresentanti istituzionali, sindaco di Vicenza, Longare e commissario
Provinciale pretendono di essere informati, di vedere il piano, di valutare gli
effetti per poter risolvere eventuali problemi legati alla salute e alla
mobilità. Oggi come allora si sta invece cercando di calare dall’alto un nuovo
progetto di espansione militare, senza
il coinvolgimento delle autorità locali e
della popolazione, col forte rischio di lasciare un segno indelebile sulla
città stessa e sugli abitanti. Si pensi anche ai possibili rischi di
inquinamento nel movimento terra, trasporto, stoccaggio materiali, ed ancora,
per l’adeguamento alle normative di sicurezza ed antiterrorismo.
Certamente ci sono stati tanti, troppi silenzi, poiché già nel Giugno 2007 quando assieme ad altri
3 tecnici accompagnammo 4 parlamentari ad ispezionare la base, avevamo
segnalato agli organi istituzionali nazionali e parlamentari che Site Pluto era
già in fase di modernizzazione e ristrutturazione tanto che fu oggetto di una
interrogazione parlamentare il 28 di quel mese; che già disponeva nell’edificio
centrale a metà collina, di un capiente salone tipo anfiteatro, con circa 150
postazioni, per l’addestramento delle alte gerarchie militari presenti in Europa.
Dotato di moderne tecniche di comunicazione, simulazione, videoconferenza. Quel
luogo rivestiva già allora un ruolo strategico importante che oggi si vuole potenziare e che può essere facilmente trasformato
da simulazione a sala
comando operativa con tutte le
conseguenze nefaste e, funzionale alle varie operazioni militari (con utilizzo
droni etc).
Quello che più sorprende è che si
continui nell’equivoco di fondo di considerare queste istallazioni come
appartenenti alla NATO “blocco occidentale” con finalità di difesa mentre in realta’ appartengono al
Comando terrestre AFRICOM
da Setaf che era (svelato anche da WikiLeaks), fuori quindi dagli
ambiti di intervento Nato(nord atlantico), avente come braccio operativo la 173 brigata, secondo reparto dell’esercito
Usa, in barba alla sovranità e all’art.11. Di tutto ciò il deputato S. Stefani, Presidente della Commissione
Esteri e paladino di pace e
giustizia per Vicenza, non dice nulla.
Come nulla viene detto dell’incremento della produzione e vendita delle armi
nella stragrande parte dei paesi del mondo Italia compresa. Gli Usa, hanno
triplicato le vendite di armi nel mondo(sole 24 ore del 28-8-012)e, sono in
testa alla corsa al riarmo. La storia ci
insegna che la corsa agli armamenti anticipa e promuove i conflitti.
Per finire
poniamoci alcuni interrogativi.
E’ così
irrilevante che a Vicenza si formi il più importante insediamento militare
dell’esercito americano in Europa ?
Quale potrà essere il limite a questa
espansione militare ?
Quanto costerà ai
vicentini sia in tema di risorse (possibili rischi ambientali), che di costi
benefici ?
Dopo 67 anni dalla fine della
guerra non è giunto il tempo di rivedere i trattati che regolano le servitù
militari ? Ovvero, la desecretazione e
rinegoziazione degli accordi bilaterali di Ottobre 54 ?
Giancarlo
Albera
a nome e per conto del Coordinamento Comitati