Il generale di Corpo d’Armata Fabio Mini, ex capo di stato maggiore del Southern Command della NATO ed ex comandante delle truppe KFOR in Kossovo, ha ammonito del pericolo di un’escalation di quella che definisce una “Guerra mondiale” già in corso, che può sfociare in un conflitto nucleare. Mini traccia anche un collegamento con la dinamica del potere dei mercati finanziari sugli stati nazionali. In un’intervista con Enzo Pennetta, sul suo sito “Critica Scientifica”, Mini dice che “a cominciare dalla guerra fredda che i paesi baltici hanno iniziato contro la Russia, dalla guerra “coperta” degli americani contro la stessa Russia, dai pretesti russi contro l’Ucraina, alla Siria, allo Yemen e agli altri conflitti cosiddetti minori o “a bassa intensità” tutto indica che non dobbiamo aspettare un altro conflitto totale: ci siamo già dentro fino al collo. Quello che succede in Asia con il Pivot strategico sul Pacifico è forse il segno più evidente che la prospettiva di una esplosione simile alla seconda guerra mondiale è più probabile in quel teatro. Non tanto perché si stiano spostando portaerei e missili (cosa che avviene), ma perché la preparazione di una guerra mondiale di quel tipo, anche con l’inevitabile scontro nucleare, è ciò che si sta preparando. Non è detto che avvenga in un tempo immediato, ma più la preparazione sarà lunga più le risorse andranno alle armi e più le menti asiatiche e occidentali si orienteranno in quel senso.
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dalla pagina http://www.maurizioblondet.it/gettati-in-guerra-con-molte-altre-profezie/
[...] Ci hanno gettato in guerra e non ce lo dicono
SWIFT
RESPONSE. Si chiama così le mega-esercitazione in corso in tutta
Europa. Trionfalmente ed ufficialmente dichiarata “la più grande
esercitazione avio-trasportata NATO dalla fine della guerra fredda”, è
anche forse la più lunga: iniziata il 17 agosto, finirà solo il 13
settembre. Ha luogo contemporaneamente in Germania, Bulgaria, Romania ed
Italia – sì anche da noi – con la partecipazione anche di truppe
francesi, greche, olandesi, britanniche, polacche, spagnole e
portoghesi,- senza contare le americane – perché il tutto è sotto il
comando della US Army, naturalmente. Nugoli di paracadutisti vengono
lanciati, armati di tutto punto, a ridosso dei confini della Russia:
perché si tratta evidentemente della più virulenta manovra di
provocazione bellica diretta contro Mosca. In questa gigantesca intimidazione, ha spiegato Manlio Dinucci sul Manifesto, “lo U.S. Army impiega, per la prima volta in Europa dopo la guerra contro la Jugoslavia nel 1999, la 82a Divisione aviotrasportata, compresa la 173a Brigata di stanza a Vicenza. Quella che addestra da aprile, in Ucraina, i battaglioni della Guardia nazionale di chiara composizione neonazista, dipendenti dal Ministero degli interni, e che ora, dopo una esercitazione a fuoco effettuata in Ucraina il 6 agosto, inizia ad addestrare anche le forze armate «regolari» di Kiev.”.
E lì la guerra non è una simulazione: è in corso, a suon di bombe e missili sui civili del Donbass.