Nella “Festa della Repubblica che ripudia la guerra” riparte la Campagna per la difesa civile e nonviolenta
I movimenti per la Pace e il Disarmo rilanciano la proposta
di legge per la difesa civile, non armata e nonviolenta, e chiedono al
Presidente della Repubblica Mattarella di sospendere la parata
militare.
Anche quest’anno per le realtà che lavorano per Pace, Disarmo e Servizio Civile il 2 Giugno è la “Festa della Repubblica che ripudia la guerra”. Una ricorrenza, quella della fondazione della Repubblica Italiana, che viene celebrata in particolare rilanciando la Campagna “Un’altra difesa è possibile” (promossa e sostenuta dalle sei reti nazionali Conferenza
Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio
Civile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci!,
Tavolo Interventi Civili di Pace).
L’iniziativa,
lanciata nel 2014 all’Arena di Pace e Disarmo di Verona, ha al suo
centro il progetto di Legge di iniziativa popolare per l’istituzione e
il finanziamento del “Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta” depositato in Parlamento un anno fa ed ora sottoscritto da più di 70 parlamentari di diversi gruppi politici.
Il testo di legge è già incardinato all’attenzione delle Commissioni I
(Affari Costituzionali) e IV (Difesa) della Camera dei Deputati.
Dopo
l’importante risultato ottenuto con l’avvio dell’iter istituzionale
della proposta sulla Difesa Civile la mobilitazione prevede ora una
“Fase 2” che, coinvolgendo
i tanti comitati locali presenti sul territorio, si focalizza sulla
distribuzione di una “cartolina” che i cittadini invieranno ai loro
Deputati di riferimento, chiedendo un esplicito impegno a sostengo della Legge. L’obiettivo della Campagna e delle Reti promotrici è quello di vederla approvata nel corso di questa Legislatura. Le cartoline saranno in distribuzione proprio dal 2 giugno e saranno consegnate ai Parlamentari il prossimo 4 novembre. Due date simboliche e piene di significato: dalla nascita della Repubblica alla fine della Grande Guerra.
Proprio
in occasione del lancio di questa nuova fase di mobilitazione,
coincidente con la Festa della Repubblica, le realtà componenti la
Campagna “Un’altra difesa è possibile” chiedono al Presidente Mattarella di valutare l’opportunità di sospendere la costosa parata militare che, in maniera impropria, è stata negli ultimi anni il centro delle celebrazioni a Roma. Una decisione
che ha già dei precedenti e che sarebbe saggia sia dal punto di vista
ideale che economico: con i rilevanti fondi per tale sfilata si
potrebbero invece finanziare interventi più efficaci ed utili a favore dei settori più deboli della nostra società.
“E’
tempo di voltare pagina: basta con la parata della difesa militare,
facciamo sfilare i difensori civili della Costituzione che ripudia la
guerra” afferma Mao Valpiana presidente del Movimento Nonviolento e coordinatore nazionale della Campagna.
“La
Repubblica italiana è nata in un’urna il 2 giugno del 1946. E’ nata,
per la prima volta con il voto delle donne, per superare la tragedia
della seconda guerra mondiale e costruire un futuro di pace”, prosegue Grazia Naletto portavoce della Campagna Sbilanciamoci!
“Proprio
per questo i costituenti scrissero che l’Italia ripudia la guerra.
Perciò ci chiediamo perché, per festeggiare questo settantesimo
compleanno, le istituzioni repubblicane organizzino ancora una parata
militare delle Forze Armate. E’ una contraddizione ormai anacronistica”, aggiunge Francesco Vignarca coordinatore della Rete Italiana per il Disarmo.
“Il
2 giugno ad avere il diritto di sfilare sono le forze del lavoro, i
sindacati, le categorie delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli
educatori, gli immigrati, i bambini con le madri e i padri, le ragazze e
i ragazzi del servizio civile” propone Sergio Bassoli, portavoce della Rete della Pace.
“Le
vere forze che rendono viva questa Repubblica chiedono di rimuovere
l’ostacolo delle enormi spese militari ed avere a disposizione ingenti
risorse per dare piena attuazione con interventi e mezzi civili ai
principi fondanti della Costituzione: è tramite il ripudio della guerra
che si potrà pienamente soddisfare il diritto al lavoro, alla dignità
sociale, all’uguaglianza, alla solidarietà”, è la posizione di Martina Pignatti referente del Tavolo interventi civili di pace.
“La
nostra Campagna, che si pone l’obiettivo del riconoscimento della
Difesa civile, non armata e nonviolenta, parte da un contesto
favorevole: la Corte Costituzionale ha già da tempo riconosciuto pari
dignità e valore alla difesa non armata della Patria” sottolinea Enrico Maria Borrelli, presidente del Forum Nazionale del Servizio Civile.
“La
recentissima riforma del Terzo Settore ha introdotto il Servizio Civile
universale che porta a compimento l’ispirazione degli obiettori di
coscienza al servizio militare secondo cui “la Patria si difende anche
senza armi” e contribuisce alla piena attuazione di quanto previsto
negli articoli 11 e 52 della Costituzione realizzando iniziative di
promozione della pace e della nonviolenza”, conclude Licio Palazzini presidente della Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile.