14.01 International Global Conference No War
Sabato 14 Gennaio al Presidio Permanente ci sarà una grande
conference mondiale alla quale parteciperanno tutte le realtà del
pianeta che stanno lottando come noi, contro la presenza delle servitù
militari nel loro territorio e contro la guerra.
Inizio lavori ore 15.30
Interventi dal vivo e in web conference:
David Vine (USA), David Swanson (USA), Toby Blomè (USA), Corazon Fabros (Filippine), Selay Ghaffar (Afghanistan), Loohan Paik (Haway), Michel Bevacqua (Guam), Amy Holmes (Egitto), Sabrina Jean (Inghilterra), Antonio Mazzeo (Sicilia), Attivisti No Muos (Sicilia), Attivisti Sardi contro le servitù Militari (Sardegna), Attivisti No dal Molin (Vicenza). Roberto Cotti Senatore membro della IV Commissione Difesa.
programma in aggiornamento
info tecniche e logistiche:
www.globalproject.info
www.nodalmolin.it
Dagli USA
David Vine (Washington),
è professore associato di Antropologia presso l’American University di Washington, DC. E’ l’autore di Isola della vergogna: La storia segreta della base militare degli Stati Uniti su Diego Garcia e di Base Nation: How U.S. Military Bases Abroad Harm America and the World (American Empire Project) /react-text
react-text: 133 Suoi articoli sono apparsi sul New York Times, il Washington Post, il Guardian, Mother Jones, l’Huffington Post, il Chronicle of Higher Education, tra gli altri.
David Swanson (Virginia),
è un attivista, blogger e scrittore (suoi libri: Daybreak: Undoing the Imperial Presidency and Forming a More Perfect Union; War Is a Lie, When the World Outlawed War e War No More: The Case for Abolition. Fa parte del movimento World beyond War. Da studente con uno scambio culturale è venuto a studiare a Bassano, e da lì ha seguito il NoDalMolin.
Toby Blomè (S. Francisco),
è attivista di Code Pink ed è fra gli organizzatori delle proteste mensili davanti alla base della air force di Beale e una o due volte all’anno davanti alla base di Creech nel Nevada (basi da cui partono i droni).
Selay Ghaffar (Kabul),
è una delle icone del movimento democratico e femminista in Afghanistan, direttrice e fondatrice di Hawca – Humanitarian Assistence for Women and Children of Afghanistan( /react-text www.hawca.org react-text: 151 ), ha rappresentato la societa’ civile afghana in tutti gli incontri organizzati dall’ONU. Insignita nel 2011 della menzione speciale del Premio per la Pace della Regione Lombardia, Selay Ghaffar, paragonata da molti alla birmana Aung San Suu Kyi, è anche stata una delle due rappresentanti della società civile selezionate per intervenire alla conferenza di Bonn del dicembre 2011 che ha visto riunita la diplomazia internazionale per parlare di Afghanistan. Oggi fa parte di Hambastagi unico partito laico, democratico, interetnico e indipendente esistente in Afghanistan.
Koohan Paik (Hawai),
è cresciuta in Corea e Guam, è coordinatrice del programma Asia-Pacifico presso l’International Forum sulla Globalization. E’ anche giornalista, insegnante, e regista pluripremiata . Alcuni suoi articoli recenti che si occupano delle tematiche del Pacifico sono apparsi su The Progressive, e The Nation. E’ co-autore del Superferry Chronicles: Hawaii in rivolta contro il militarismo, la commercializzazione e la profanazione della Terra (2008), con Jerry Mander
Amy Holmes (Cairo),
è un assistente professore di sociologia presso l’Università Americana del Cairo. Dr. Holmes sta attualmente ultimando un manoscritto intitolato Contentious Allies: Social Unrest and the American Military Presence in Turkey and Germany 1945-2005. Questo manoscritto rappresenta la prima storia sociale della presenza militare degli Stati Uniti in Turchia e Germania. Lo scopo della sua ricerca è stato quello di capire le cause e le conseguenze di opposizione alla presenza militare americana all’estero attraverso approfonditi studi di caso di contesa anti-base in due importanti alleati della NATO.
Corazon Fabros (Filippine),
è un’attivista di lunga data del movimento Stop the War Coalition e Anti-Treaty Movement
Antonio Mazzeo,
Peace-researcher e giornalista impegnato nei temi della pace, della militarizzazione, dell’ambiente, dei diritti umani, della lotta alle criminalità mafiose. Ha pubblicato alcuni saggi sui conflitti nell’area mediterranea, sulla violazione dei diritti umani e più recentemente un volume sugli interessi criminali per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina ("I Padrini del Ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina", Edizioni Alegre, Roma). Ha ricevuto il "Premio G. Bassani - Italia Nostra 2010" per il giornalismo.
Sabrina Jean (Inghilterra)
è la presidente e rappresentante dei rifugiati di Diego Garcia in U.K.
Convocazione dell’evento.
L’inferno vissuto ad Aleppo a dicembre, punta dell’escalation di violenza della guerra in Siria, è ancora sotti gli occhi di tutti. Non solo in Siria, ma anche in moltissimi altri paesi una guerra guerreggiata o a bassa intensità, a causa delle permanenti occupazioni militari, sta producendo vittime e servitù militari. Afghanistan, Egitto, Guam, Hawaii, le Filippine, la Turchia sono solo alcuni dei nomi in cui l’azione bellica ha provocato vittime e distruzione, oppure in cui ha sottomesso intere comunità forzando l’accoglienza di basi militari e industrie belliche, i cui prodotti sono tutti orientati alla guerra da fare all’esterno dei paesi delle potenze mondiali. Gli interessi economici e politici delle oligarchie al potere sono ben rappresentati dalle strategie geopolitiche degli attori potenti del mondo, tra vecchi e nuovi attori, dagli Usa e Russia fino alla Cina e all’Iran, passando per l’Europa. Dal Presidio No Dal Molin vogliamo parlare di tutto questo, perché solo se si comprende come viene portata avanti la guerra possiamo trovare i mezzi giusti per contrastarla e costruire l’alternativa di pace. Ma per farlo abbiamo bisogno di condividere pratiche e ragionamenti con tutte le realtà che combattono da anni contro la guerra e le servitù militari in ogni angolo del globo. Come dice Terzani, “se vogliamo capire il mondo in cui siamo, lo dobbiamo vedere nel suo insieme e non solo dal nostro punto di vista”. Ecco, partiamo dal nostro punto di vista per metterlo accanto agli altri e trovare le parole giuste, valide per tutti, che possano finalmente contrastare le politiche di morte e di distruzione.
Presidio No Dal Molin