articolo di Massimiliano Pilati attivista del Movimento Nonviolento e Presidente del Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani.
Pace, disarmo, corpi civili di pace, politiche di pace, trasformazione nonviolenta del conflitto, educazione nonviolenta, sono solo alcune delle parole chiave che caratterizzano l’impegno quotidiano del Movimento Nonviolento. Va da se che ci piacerebbe che questo lessico facesse parte anche dei programmi e dell’operato dei partiti e dei candidati che si apprestano a sfidarsi nelle prossime elezioni del 4 marzo.
Per questo ho deciso di ricercare queste parole nei programmi elettorali dei partiti.
Per
farlo ho pensato di ricercare quanto fosse presente nei programmi
ufficiali depositati presso il Ministero dell’Interno e reperibili nell’apposita sezione del sito del Ministero stesso. Trovando, in alcuni casi, programmi molto scarni ho ampliato la ricerca ai programmi presenti sui siti ufficiali dei partiti.
Vista la lunghezza della mia ricerca ho eliminato le formazioni
politiche o poco interessanti o senza alcuna menzione a quanto ho
ricercato.
In
particolare tre programmi tematici emergono per la completezza del loro
programma dal piattume politico e richiamano nei loro punti varie
battaglie del nostro Movimento:
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Lista Insieme: nel programma si inizia dalla necessità di dare piena attuazione agli articoli 11 e 52 della Costituzione, si pone l’esigenza di ratificare il trattato per la messa al bando delle armi nucleari dell’Onu e uscire dal programma per l’acquisto dei caccia militari F35, si propone l’istituzione del Ministero della Pace e/o di un dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta (come richiesto dalla campagna un’Altra difesa è possibile e dalla relativa proposta di legge di iniziativa popolare). Si chiede di ridurre le spese militari e per la difesa e con quelle risorse liberate si propone di mettere in sicurezza il nostro territorio. Con le risorse liberate dalle politiche di pace e disarmo si potrà anche fare investimenti sui comparti sociali e civili di spesa pubblica, a cominciare da messa in sicurezza del territorio, istruzione e cultura. Si propone di promuovere “politiche di Pace per la costruzione e la diffusione di una cultura della pace attraverso l’educazione e la ricerca, la promozione dei diritti umani, lo sviluppo e la solidarietà nazionale ed internazionale, il dialogo interculturale, l’integrazione” e adottare un Piano Nazionale per la Prevenzione della violenza e la promozione della pace sociale qualificando le politiche di istruzione rispetto all’educazione alla nonviolenza, alla trasformazione positiva dei conflitti. Altro punto importante lo “sviluppare e potenziare il servizio Civile universale” e “contenere le spese militari entro l’1% del Pil” e regolamentare strettamente l’export militare e riconvertire l’industria bellica in industria ad alta tecnologia civile”.
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Liberi e uguali: la lista capitanata da Pietro Grasso ha un programma ben definito dall’eloquente titolo “Pace e disarmo” e propone di dare piena attuazione al “ripudio della guerra” della nostra costituzione partendo dalla consapevolezza (grazie ai dati del citato in programma, Osservatorio Mil€x) della spese pubblica militare italiana sempre in costante aumento. LeU parla della necessità di una politica estera di pace e del rafforzamento di politiche di cooperazione e solidarietà internazionale e di promozione dei diritti umani. Il programma cita la necessità di investire sui “corpi civili di pace, da sviluppare con l’istituzione di un Dipartimento della difesa civile, quale mezzo alternativo per promuovere iniziative multilaterali di risoluzione pacifica dei conflitti.”, la necessità di ridurre le spese militari e di porre la massima attenzione all’industria armiera italiana e ai suoi commerci, in particolare con i paesi in guerra come Arabia Saudita. Anche LeU parla dell’impegno per l’Italia a “sottoscrivere e promuovere il Trattato per la proibizione delle armi nucleari.”.
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Potere al popolo: anche Potere al Popolo dedica a “Pace e disarmo” un capitolo del suo programma e pone l’accento sul rischio della corsa al riarmo richiesto ai paesi Nato: “Il nostro paese si è trovato e rischia di trovarsi sempre più coinvolto in guerre di aggressione a causa degli automatismi dell’adesione alla Nato e per la responsabilità piena e complice dei governi che si sono succeduti negli ultimi 30 anni”. Potere al Popolo denuncia la presenza di basi militari sul nostro territorio nazionale e di arsenali miliari nelle basi militari di Ghedi ed Aviano. Si evidenzia l’aumento di “impegni militari all’estero, sia nel quadro della Nato che del nascente esercito europeo: una spesa media di 800 milioni di euro l’anno per le “missioni” militari all’estero e per il riarmo, circa 500 milioni di euro all’anno per la diaria dei 50 mila soldati di stanza nelle basi militari Usa e Nato, 80 milioni di euro al giorno per le spese militari generali.”. Per questi motivi secondo Potere al popolo diventa condizione fondamentale la fuoriuscita dai trattati militari “per impedire il coinvolgimento del nostro paese nelle guerre imperialiste del XXI secolo, per una sostanziale riduzione delle spese militari, lo smantellamento delle armi nucleari e delle basi militari, per una politica di disarmo, neutralità e cooperazione internazionale.”. Potere al Popolo propone la ratifica da parte dell’Italia del “Trattato ONU di interdizione delle armi nucleari” del 7 luglio, il ritiro delle missioni militari all’estero, la cancellazione del programma F35, la riconversione civile dell’industria bellica e la cancellazione del MUOS in Sicilia, lo smantellamento delle basi militari in tutto il paese,la rimozione delle bombe nucleari presenti sul territorio e la restituzione a fini civili dell’uso del territorio, problema particolarmente grave in realtà come la Sardegna.
A seguire l’elenco completo:
[...]
Potere al popolo!: capo forza politica Viola Carofalo
nel programma depositato
leggiamo nel primo capitolo il richiamo al “ripudiare la guerra e dare
un taglio drastico alla spesa militare”. Nel secondo capitolo si parla
di un’Europa “che promuova pace e politiche condivise con i popoli della
sponda Sud del Mediterraneo”. Vi è anche il terzo capitolo intitolato
Pace e disarmo.
Riportiamo
qui stralci di quanto vi è scritto: “Il rischio che la “guerra a pezzi”
che affligge il pianeta diventi organica e trascini il mondo in un
devastante conflitto generale segna il nostro tempo. Non a caso riprende
la corsa al riarmo con un ruolo particolarmente aggressivo
dell’amministrazione Trump, che chiede a tutti i paesi della Nato di
portare le proprie spese militari al 2% del PIL. Il nostro paese si è
trovato e rischia di trovarsi sempre più coinvolto in guerre di
aggressione a causa degli automatismi dell’adesione alla Nato e per la
responsabilità piena e complice dei governi che si sono succeduti negli
ultimi 30 anni; per il medesimo vincolo di subalternità sul nostro
territorio proliferano basi militari vecchie e nuove (Sicilia, Campania,
Sardegna), si installano nuove bombe nucleari a Ghedi ed Aviano,
aumentano la produzione, le spese e gli impegni militari all’estero, sia
nel quadro della Nato che del nascente esercito europeo: una spesa
media di 800 milioni di euro l’anno per le “missioni” militari
all’estero e per il riarmo, circa 500 milioni di euro all’anno per la
diaria dei 50 mila soldati di stanza nelle basi militari Usa e Nato, 80
milioni di euro al giorno per le spese militari generali. […]
Per questo lottiamo per:
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la rottura del vincolo di subalternità che ci lega alla NATO e la rescissione di tutti i trattati militari;
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la ratifica da parte dell’Italia del “Trattato ONU di interdizione delle armi nucleari” del 7 luglio 2017, in coerenza con l’art. 11 della Costituzione;
-
il ritiro delle missioni militari all’estero;
-
la cancellazione del programma F35 e degli altri programmi militari e la riconversione civile dell’industria bellica;
-
la cancellazione del MUOS in Sicilia, lo smantellamento delle basi militari in tutto il paese,la rimozione delle bombe nucleari presenti sul territorio e la restituzione a fini civili dell’uso del territorio, problema particolarmente grave in realtà come la Sardegna.”
Italia Europa Insieme – capo forza politica Giulio Santagata
nel programma depositato
si legge nel capitolo “Insieme per gli Stati Uniti d’Europa” un
richiamo a “conflitti, guerre, instabilità in aree ai nostri immediati
confini richiedono una politica estera unitaria, autorevole, efficace,
una cooperazione dei servizi di intelligence e sicurezza strettissima e
in grado di prevenire, contrastare, sradicare il terrorismo.” e poi
“Occorre ratificare il trattato per la messa al bando delle armi
nucleari e applicazione decisione parlamento su riduzione spese F-35”.
A
quanto riportato nel programma depositato va aggiunto quanto presente
nel programma esteso sul sito della lista dove troviamo il punto
dedicato Insieme per la Pace e il disarmo.
Come per le altre formazioni, anche per questa, mi preme riportare stralci di quanto ho trovato: “Insieme
ritiene necessario dare piena attuazione agli articoli 11 e 52 della
Costituzione: ripudio della guerra e dovere di difesa della patria. Gli
armamenti nucleari non servono per contrastare il terrorismo o i
conflitti asimmetrici o gli attacchi informatici che destabilizzano oggi
la pace di molte nazioni. […] Nel
2017 è stato assegnato all’Ican, l’organizzazione per il bando alle
armi nucleari, il premio Nobel per la Pace 2017. L’organizzazione rileva
come lo spettro del conflitto nucleare sia ancora grande e come sia
arrivato il momento in cui le nazioni devono dichiarare la propria
inequivocabile opposizione alle armi nucleari. Le
risorse liberate dalle politiche di pace e disarmo saranno investite
sui comparti sociali e civili di spesa pubblica, a cominciare da messa
in sicurezza del territorio, istruzione e cultura.
Insieme
intende promuovere politiche di Pace per la costruzione e la diffusione
di una cultura della pace attraverso l’educazione e la ricerca, la
promozione dei diritti umani, lo sviluppo e la solidarietà nazionale ed
internazionale, il dialogo interculturale, l’integrazione. Insieme
intende adottare un Piano Nazionale per la Prevenzione della violenza e
la promozione della pace sociale.
Insieme
intende prevenire la violenza sociale e promuovere linguaggi e
comportamenti liberi dall’odio, qualificando le politiche di istruzione
rispetto all’educazione alla nonviolenza, alla trasformazione positiva
dei conflitti.
Insieme propone come prime misure urgenti:
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Ratificare il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari (approvato dall’Onu)
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Istituire il Ministero per la Pace e/o il Dipartimento per la Difesa civile, non armata e nonviolenta
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Sviluppare e potenziare il Servizio civile universale (nazionale ed estero) consentendo ogni anno a 100.000 giovani di partecipare a questa esperienza di cittadinanza attiva
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Contenere le spese militari entro l’1% del Pil (oggi in Italia incidono per l’1,42%)
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Congelare i nuovi contratti di acquisizione dei cacciabombardieri F-35 previsti nel 2018 e uscire dal programma di acquisto
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Rispettare integralmente e strettamente le norme internazionali ed europee sulle limitazioni all’export bellico, a partire dalla legge 185/90, in particolare verso i paesi in conflitti armati
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Regolamentare strettamente l’export militare e progressivamente riconvertire l’industria bellica in industria ad alta tecnologia civile.
Articolo completo alla pagina http://www.azionenonviolenta.it/verso-4-marzo-pace-e-disarmo-nei-programmi-dei-partiti/