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Mons. Tomasi: il rilancio dell'arsenale
nucleare Usa è un ritornare alla guerra fredda. E' una situazione che
non promette nulla di buono
Francesca Sabatinelli - Città del Vaticano
“Un passo indietro nella storia”: così mons. Silvano Maria Tomasi,
del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, definisce
il nuovo piano nucleare degli Stati Uniti che rilancia l’arsenale
atomico americano con lo sviluppo di testate a potenza ridotta. Papa
Francesco, parlando delle armi nucleari, ha già detto che l’umanità
rischia il suicidio.
"A me sembra che abbiamo fatto un passo indietro nella storia -
afferma mons. Tomasi - e si ritorna a quella che durante la Guerra
Fredda era una competizione tra chi ha le armi più potenti per cercare
di avere più influenza sulla situazione internazionale. La corsa agli
armamenti ricomincia ed è veramente un passo che disturba profondamente
la situazione attuale. Da una parte si cominciano a reinvestire enormi
capitali nelle armi invece che nei servizi sociali che sono necessari
alle persone che hanno bisogno di curare la propria salute o di mangiare
o di svilupparsi; e dall’altra creiamo una tensione nuova - che non era
necessaria - tra potenze nucleari. Quindi in questo momento siamo
arrivati a una situazione che non promette molto di buono. E' una
riaffermazione di potenza che stimola la competizione e aumenta il
rischio che per accidente o per calcolo scoppi qualche testata atomica,
creando delle conseguenze che non sappiamo come anticipare e come
gestire una volta che questa catena di botta e risposta potesse
cominciare".
Per il Pentagono, il nuovo piano degli Stati Uniti nasce dal fatto
che bisogna guardare la realtà dritta negli occhi e vedere il mondo
com’è. "Ma chi è la minaccia?" - risponde mons. Tomasi - "La minaccia
nasce dalla corsa agli armamenti perché se uno si provvede di strumenti
di attacco che sono nuovi e di una sofisticatezza tecnologica più
raffinata, altri dovranno o vorranno mettersi in moto per avere la
stessa capacità, se non la volontà di superarla. Quindi il ragionamento
diventa un circolo vizioso. Mi pare che dobbiamo ascoltare la voce di
Papa Francesco che anche, recentemente, nel viaggio che ha fatto in Cile
e Perù, ha ripetuto il monito che la corsa agli armamenti atomici e
l’uso di questo mezzo di distruzione deve essere eliminato e dobbiamo
tutti lavorare per creare relazioni internazionali basate sulla fiducia e
non sulla minaccia reciproca. Questa è la strada che porta alla pace e
allo sviluppo e non la corsa agli armamenti".