"Certo, ma la base americana rappresenta comunque un ostacolo e una bruttura.... valuteremo se, e come, mascherarla magari anche con l'aiuto della vegetazione". Il Giornale di Vicenza di lunedì 12 settembre riporta queste parole pronunciate dal Sindaco Variati in perlustrazione al cosiddetto "Parco della Pace", la porzione dell'aeroporto vicentino non interessata alla costruzione della nuova base americana e che rappresenta una "compensazione" per il danno subito dalla città. Questa frase colpisce e ferisce chi si è battuto contro la costruzione della base del Dal Molin nella consapevolezza che essa rappresenti il trampolino di lancio di azioni di guerra. Guerra, signor Sindaco, cioè sangue, lutti, dolore, miseria... non una scampagnata sul prato del Dal Molin in una domenica soleggiata di settembre. Come possono essere in equilibrio i due piatti della bilancia se
sul primo c'è il dolore che va a colpire persone reali e sul secondo c'è l'egoismo di altre persone che non guardano oltre il confine del loro orticello berico? Salta agli occhi la sorprendente ipocrisia di un Sindaco di estrazione cattolica che guarda ad una questione così dolorosa come "uno spazio conquistato e demilitarizzato, simbolo della Pace" e cercherà, forse, di "mascherare la bruttura con l'aiuto della vegetazione".
Credo che debbano, insieme al Sindaco Variati, arrossire di vergogna anche coloro che dal lato del movimento "No Dal Molin" hanno avuto l'ardire di pronunciare queste incredibili parole durante la medesima perlustrazione: "Questo luogo è di tutti i cittadini ed è frutto di una grande conquista. Siamo riusciti a strappare gli ettari di verde alla cementificazione grazie alla lotta di migliaia di vicentini. Ora possiamo camminare liberamente." A questa miseria si è ridotto il movimento del No Dal Molin, al punto da esultare per una presunta vittoria in una "questione edilizia", travalicando i valori fondativi del movimento (no alla base di guerra, sì ai valori della Pace e della convivenza civile).
In realtà, i soli che potranno camminare liberamente, o meglio correre, saranno gli sventurati giovani soldati americani che all'interno del "Parco della Pace", che confina con la nuova base, si prepareranno ad incontrare il loro tragico destino di dare e darsi la morte.
Angelo Azzalini
sottoscritto da presenza a Longare "Francesco Scalzotto"